Un'unità speciale delle autorità filippone ha liberato ieri Padre Giuseppe Pierantoni, il prete italiano che era stato rapito quasi sei mesi fa da un gruppo sovversivo islamico.
Il religioso italiano, apparso in condizioni fisiche comprensibilmente precarie, ha definito la sua liberazione "un miracolo della preghiera", mentre la Presidente filippina Gloria Macapagal Arroyo, impegnata in alcuni negoziati con i gruppi separatisti islamici, ha invitato le autorità a moltiplicare gli sforzi per neutralizzare tutte le iniziative terroristiche di stampo fondamentalista: "Non avremo pace fino a che questo scempio non verrà eliminatod alla nostra terra", ha dichiarato la Arroyo nel corso di un'intervista ufficiale.
Pierantoni, 44 anni, venne rapito il 17 ottobre 2001 nella sua missione, situata nell'isola di Mindanao, a circa 800 km da Manila, ed è stato liberato vicino alla città di Tungawan.
Il Ministro degli Interni filippino Joey Lina ha spiegato che "i rapitori, membri del gruppo sovversivo denominato "Pentagono", hanno lsciato libero Pierantoni prima ancora di impegnarsi in uno scontro a fuoco con i membri delle forze speciali"
Secondo il Capo della Polizia locale, nessun riscatto eea mai stato pagato per la liberazione del religioso italiano.
Pierantoni ha dichiarato, nel corso della conferenza stampa successiva alla sua liberazione, che "si è trattato di un miracolo della preghiera" e di essere "molto stanco e confuso dopo quasi sei mesi di prigionia ed una marcia di dodici ore". L'uomo è stato tenuto segregato per sei mesi in alcuni rifugi nel mezzo della foresta pluviale filippina.
(08-04-2002 12:20) |