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cultura

Inaugurata la mostra Stabiae Svelata

Dal 9 Novembre al 9 Dicembre 2012, presso il complesso Montil a Castellamare di Stabia, si terrà la mostra “Stabiae Svelata” che proporrà al grande pubblico la storia degli scavi di Stabia nonché le nuove scoperte e le ultime ricerche scientifiche


A dodici anni di distanza dalle importanti mostre “In Stabiano” e “Stabiae dai Borbone alle ultime scoperte” e dal Covegno Internazionale realizzato per i 250 anni dall’inizio degli scavi borbonici sul sito dell’antica Stabiae, è stata inaugurata il 9 Novembre, presso il complesso Montil di Castellamare di Stabia, la mostra “Stabiae Svelata”.
L’intento è quello di riportare all’attenzione del grande pubblico l’immenso patrimonio storico e archeologico venuto alla luce in oltre due secoli e mezzo di scavi, illustrando i risultati delle ultime ricerche scientifiche, i filmati storici, le foto, i documenti d’epoca, e tutte le attività realizzate dalla SANP (Soprintendenza Speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei) nell’ultimo decennio per valorizzare e tutelare il sito archeologico che è il terzo tra gli scavi vesuviani dopo Pompei ed Ercolano.
Rispetto a questi ultimi, gli scavi di Stabia sono di dimensioni più ridotte, ma offrono la possibilità di osservare e conoscere la vita dell’antica Roma sotto un altro punto di vita: Stabia infatti non era una vera e propria città ma un luogo di villeggiatura e per questo ospitava numerose ville residenziali, finemente decorate e con suppellettili di inestimabile valore. Distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., si estendeva negli attuali comuni di Castellamare di Stabia, Gragnano, Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate, Casola di Napoli e Lettere.
Gli scavi iniziarono nel 1749 per volere di re Carlo di Borbone e si protrassero per 13 anni, riportando alla luce numerose ville, molte delle quali esplorate e poi risotterrate per preservarle meglio. Nel corso del XVIII secolo fu condotta una seconda campagna di scavi e furono rinvenuti altri reperti ma l’interesse e le risorse finanziare vennero dirottate sul sito di Pompei. Finché, nel 1950, Libero d’Orsi, preside di una scuola media e appassionato di archeologia, riprese gli scavi insieme a pochi operai, ottenendo importanti risultati e fondando il Comitato per gli scavi di Stabia. Libero d’Orsi, considerato a tutt’oggi il secondo scopritore di Stabiae, oltre a diversi ambienti di ville, riportò alla luce oltre 9000 reperti che vennero conservati presso alcuni locali seminterrati della scuola media di cui egli era preside.
Dal 1962 (anno di interruzione dell’opera di d’Orsi) ad oggi sono stati fatti molti altri ritrovamenti per lo più sporadici e accidentali ma il sito racchiude ancora in sé, sepolti da secoli di storia, innumerevoli reperti, testimonianze preziose dell’Antica Roma.
Dell’ immenso patrimonio storico riportato alla luce in questi due secoli e mezzo, oltre agli oggetti e agli affreschi esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, al MANN e in altri musei esteri , oggi sono fruibili tre ville residenziali appartenute ad esponenti dell’aristocrazia romana del I secolo d.C. situate in località Varano (Villa San Marco, Villa Arianna e il Secondo Complesso) e una villa rustica situata nel comune di Sant’Antonio Abate che da questo prende il nome. Purtroppo gli scavi di Stabia hanno sempre goduto di minor attenzione, fondi e fama rispetto i siti di Pompei ed Ercolano, e proprio per valorizzarne la conoscenza e la ricchezza, recentemente è nata un’associazione italo-americana chiamata Restoring Ancient Stabiae (RAS) che, con la collaborazione della Regione Campania e della SANP, ha elaborato il progetto di un parco archeologico volto a far conoscere le ville stabiane, garantirne la manutenzione, conservazione ed esplorazione.
La mostra “Stabiae Svelata”, promossa dalla SANP e dal Comitato scavi di Stabia, si inserisce proprio in quest’ottica di divulgazione, promozione e valorizzazione.
Saranno esposti i pannelli relativi alla storia degli scavi e quelli relativi alle ultime scoperte, gli arredi sontuosi del giardino di Villa San Marco e le ricostruzioni virtuali delle ville ritrovate. Saranno inoltre proiettati i filmati storici: dal documentario a colori girato in cinemascope negli anni 1960-70, intitolato “Stabiae. Cadono i veli da una città antica”, che restituisce l’immagine delle ville prima dei crolli dovuti al terremoto dell’Irpinia del 1980; ai filmati dell’Istituto Luce; agli ampi stralci di una puntata della trasmissione Rai del 1958 “Un campanile alla Volta” in cui vi sono immagini degli scavi dell’epoca con un’ampia intervista a Libero d’Orsi. Saranno esposti anche le foto, i documenti e gli scritti di quest’ultimo. A corredo dell’esposizione saranno organizzate visite guidate, giornate di studio e lezioni di archeologia.

(16-11-2012)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 16-11-2012 alle :