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cultura

Firenze 2012. Un anno ad arte

Sei declinazioni del tema della valorizzazione dell’alterità attraverso le sei esposizioni temporanee nei musei più illustri del Polo Museale fiorentino, che inizieranno nella primavera 2012 per trovare conclusione a fine anno


In preparazione della prossima stagione di maggior affluenza di visitatori a Firenze, la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale
della città di Firenze ha messo a punto Firenze 2012. Un anno ad arte, un programma di sei esposizioni temporanee che avranno luogo nei musei più illustri del Polo Museale fiorentino, ad iniziare dalla primavera 2012 per trovare conclusione a fine anno.

È oramai il settimo anno che una primavera culturale, coincidente con quella stagionale, caratterizza l’offerta dei musei statali del Polo fiorentino.
Il successo ottenuto presso i media, sia di settore sia di divulgazione, oltre all’afflusso di visitatori che nel 2011 ha visto un incremento medio del 6% nei musei del Polo Museale fiorentino, ha incoraggiato anche per il 2012 - malgrado la difficile contingenza economica internazionale - a programmare una nuova stagione di mostre.
Anche quest’anno la scelta operata dai direttori dei musei corrisponde al principio ispiratore di rinnovare l’offerta museale permanente con proposte espositive stimolanti, che presentino alla luce di una rinnovata interpretazione i luoghi e le raccolte, o che - prendendo spunto da atteggiamenti e gusti espressi nel collezionismo storico mediceo-lorenese - si trasformino in occasioni di accoglienza verso altre civiltà, altre forme artistiche.
Una sorta di filo conduttore che lega le sei mostre del 2012 si manifesta infatti nella valorizzazione
dell’alterità: dell’altro da sé, del diverso rispetto a ciò che si conosceva o si credeva di conoscere,
dell’inaspettato che viene dall’altrove nello spazio o nel tempo.
Altro dalla pittura, altro dall’esposto in permanenza: la Galleria degli Uffizi apre la serie delle sorprese riportando in vista - estratti dai depositi dove sono doverosamente arrotolati al buio – diciassette magnifici arazzi, desunti da otto serie ragguardevoli delle proprie collezioni.
Di seguito, la stessa Galleria degli Uffizi propone un percorso nelle arti fiorentine del Gotico internazionale, a ricordare la vitalità e la lunga durata di stili e tecniche preziosi, amorosamente descrittivi rispetto alla bella varietà del mondo creato da Dio e abitato dall’uomo: a ricordarci che il solenne ed eroico “Rinascimento” umanistico del primo Quattrocento non decretò affatto l’estinzione di una corrente artistica che continuò anzi ad essere quanto mai apprezzata, in ogni sua declinazione, da committenti di primo piano.
Alla Galleria dell’Accademia, le alterità s’incontrano e si rispecchiano, in una ritessitura anche molto coraggiosa dei rapporti che hanno legato la grande arte del Novecento ai suoi innumerevoli precedenti.
Non un gioco di citazioni ma la messa allo scoperto di ispirazioni mimetizzate, di rievocazioni scaturite dal profondo della creatività che sentiamo contemporanea.
Il Museo Nazionale del Bargello presenta “favole dipinte”, valorizzando (anche grazie a prestiti di
valore) le magnifiche raccolte di ceramica e maiolica istoriata. Il particolare accento posto sugli aspetti iconografici e letterari delle immagini - prese dal mito, dalla storia, dalla cronaca - fa comprendere la densità informativa e simbolica di questi oggetti, mai veramente utilizzati come suppellettili funzionali, e destinati piuttosto a testimoniare e ad ammonire attraverso la piacevolezza estetica.
È poi nel complesso di Palazzo Pitti che si celebra il trionfo della “diversità”, in senso geografico, com’era nella chiave culturale della reggia, sede di raccolte eclettiche con ampi spazi dedicati a reperti naturali e a manufatti esotici. Anzitutto, nei confronti del Giappone: un paese amante dell’Italia e dei suoi tesori artistici, che nonostante le gravi conseguenze della tragedia di Fukushima ha voluto tener fede al programma concepito insieme da anni, che prevede - in nome della reciprocità nei rapporti bilaterali - ben tre mostre dedicate a momenti diversi della civiltà nipponica e del nostro rapporto con essa. Al Museo degli Argenti approdano i fasti del Giappone antico, con tesori fin dall’epoca Edo. Nella Sala Bianca si dispiegano le creazioni del design giapponese odierno, in equilibrio mirabile fra la tradizione e l’innovazione. La Galleria d’Arte Moderna propone il fenomeno del “Giapponismo” nella nostra pittura otto-novecentesca, una voga europea cui si debbono immagini di fiabesca reinvenzione dell’Oriente, ma anche conquiste permanenti di cromatismi e di soluzioni formali.
Ancora in Pitti saranno aperte mostre che rappresentano il nostro omaggio all’anno che la città dedica ad Amerigo Vespucci: i buoni rapporti col museo Gilcrease di Tulsa, Oklahoma, ci consentono infatti di ottenere in prestito una selezione di testimonianze su diverse tribù dei Nativi d’America (gli “indiani” nei vecchi film western), che dispiegano la magnificenza visiva e la sapienza manuale di una civiltà troppo spesso ridotta a stereotipo.
In questa avventura espositiva diversificata, che attraversa il tempo e lo spazio, i musei del Polo fiorentino hanno come di consueto un partner lungimirante e fattivo nel concessionario, con “Firenze Musei” in ruoli organizzativi fondamentali, e Giunti e Sillabe quali editori dei cataloghi dalla solida impostazione scientifica che accompagnano ognuna delle mostre.

(28-02-2012)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 28-02-2012 alle :