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La strada da percorrere dopo EIRE 2011

A conclusione della settima edizione di EIRE 2011 (Expo Italia Real Estate) è stato presentato “Il Manifesto del Real Estate”, un documento programmatico che vuole contribuire allo sviluppo e al futuro del Paese


Conclusisi i quattro giorni della settima edizione del salone dedicato al Real Estate italiano e internazionale, è stato presentato un Manifesto per fare il punto dell’EXPO, ma soprattutto per tracciare un progetto per il futuro del Paese. Innanzitutto i numeri hanno confermato l’interesse e l’attenzione che gravita intorno al settore: 35 mila metri quadrati di superficie espositiva affollati da 504 tra imprese ed istituzioni e da oltre 14 mila operatori professionali provenienti da 50 Paesi differenti (Paesi dell’area Europea-mediterranea, dell’area balcanica-est europea, degli USA e anche Paesi emergenti come Brasile e Repubblica Dominicana).
Oltre ai numeri però c’è di più. Il Real Estate rappresenta una vera e propria risorsa per il Paese intero, un sistema caratterizzato da molteplici professionalità e competenze che dipana i propri interessi in differenti campi: finanza, diritto amministrativo e societario, progettazione architettonica ed urbana, gestione immobiliare, innovazioni tecnologiche, risorse umane, ricerca e sviluppo.
Tutte queste conoscenze, attraverso il Salone vengono messe a disposizione per la crescita della società, per incrementare gli investimenti e gli sviluppi economici e sociali.
Il Manifesto presentato in questi giorni, punta proprio l’attenzione su alcuni elementi ritenuti strategici e cruciali per una maggiore capacità di crescita del sistema Paese.
Innanzitutto la sostenibilità. Come promotore dello sviluppo e della qualità della vita il Real Estate richiama l’attenzione sui principi della eco-sostenibilità, sulla necessità di riqualificare, di progettare e costruire edifici sostenibili, ecocompatibili, ad alto risparmio energetico e che usufruiscano di energie alternative e rinnovabili.
Per fare ciò, e questi sono altri due aspetti molto importanti, da una parte ci deve essere una Istituzione Pubblica nazionale e locale che incentivi dal punto di vista legislativo questi elementi, con una legge quadro che definisca parametri urbanistici unitari a livello nazionale, uniformità di regole ed obiettivi e tempi di attuazione precisi; dall’altra parte i progetti attuabili e credibili devono essere sostenuti e promossi dalle banche e dalla finanza attraverso un patto che valuti la qualità e la sostenibilità dei progetti in vista di un rilancio del settore del mattone.
Tutto questo può portare così all’esportazione di quello che realmente rappresenta un modello originale e creativo che è il modello urbanistico italiano. Come ultimo punto rilevante infatti, il Manifesto pone proprio l’attenzione sulla possibilità del nostro paese di calcare le scene principali del mondo grazie alla nostra arte di saper costruire integrando lo sviluppo urbano con l’arte e la bellezza che permeano la nostra cultura. Sarebbe così possibile attrarre investimenti, che di conseguenza creerebbero occupazione, quindi crescita e quindi ricchezza.
Se il Real Estate ha tracciato così bene e approfonditamente la strada da percorrere, non resta altro da fare che rendere attuabili e quindi concreti questi punti programmatici per cercare di porre fine a quella crisi economica che continua ad immobilizzare non solo l’Italia ma il mondo intero.

Manuela Dicati

(21-06-2011)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 21-06-2011 alle :