inUmbria on line nelCentro on line inItalia on line in Europa on line nel Mondo on line nellUniverso on line
 
 
  | Home | Top News | About Italy | Umor |
 

societa

Come rispondere ai "perché" dei bambini

La maniera in cui si risponde alle domande dei bambini è importante per aiutarli a crescere:Siate autentici, disponibili, pronti anche a dire “a questo non c’e’ risposta, devi trovare la tua”


Dai 2 anni in avanti il bambino cerca di scoprire il mondo anche attraverso le sue nuove abilità, come per esempio quella di parlare e di chiedere. In questa fase della sua crescita, il mondo non si conosce più solo toccando, assaggiando, guardando, ma attraverso un’attività di tipo “intellettuale”, per così dire. Il fatto che si dimostri interessato e voglia sapere il perché di ogni cosa non significa che ci si debba sentire in difficoltà se non si conoscono esattamente la spiegazione scientifica e meccanica di ogni cosa. Partendo da alcune considerazioni sulla natura del bambino e sui cambiamenti dovuti alla sua età possiamo in poche mosse risolvere il problema del “mamma, papà, PERCHÉ?”

Perché il bambino chiede perché
Dopo i due/tre anni, il bambino capisce ciò che voi gli dite e comincia a parlare e a farsi capire piuttosto bene, quindi può lanciarsi ed usare questa sua nuova abilità più che può. Il primo motivo per cui il bambino ci pone spesso la domanda “perché” è semplicemente un “esercizio” delle sue nuove abilità.
Inoltre il bambino, aperto al mondo, che guarda con fiducia, cerca di scoprire il più possibile di ciò che gli sta intorno, guidato da grandissimo interesse.
Non sempre però il suo domandare è ricerca di una spiegazione o soluzione, spesso i bambini potrebbero chiedere per ricevere la dovuta attenzione da parte dell’adulto e per sentirsi importanti ai suoi occhi.

Cosa il bambino si aspetta dall’adulto
Capiti i motivi per cui un bambino pone la fatidica domanda “perché?” possiamo facilmente capire cosa il bimbo si aspetta.
Il genitore spesso si arrovella su quale possa essere le risposta migliore, ma la vera sfida è che il bambino sotto i 5 anni difficilmente può capire una spiegazione intellettuale, mentre noi adulti siamo abituati ad interpretare il mondo in questo modo.
Proprio qui risiede la causa dell’insoddisfazione del bambino rispetto alle nostre spiegazioni e sul fatto che noi, dopo qualche “perché” finiamo le “cartucce” disponibili!
Il bambino dall’adulto si aspetta quindi:
- la dovuta attenzione
- una risposta che tenga conto della sua età e sia a lui comprensibile.

Come e cosa rispondere
È molto importante, quindi, che l’adulto, quando il bambino chiede, presti la dovuta attenzione, fermandosi un attimo, guardandolo negli occhi, abbracciandolo se possibile, facendogli dunque percepire un reale interesse per ciò che il bambino sta domandando.
Il bambino vorrebbe portare l’adulto dentro al suo mondo, perché anche lui possa partecipare con entusiasmo a tutte le sue scoperte. Il compito dell’adulto è di essere capace di guardare il mondo con gli occhi del suo bambino, per condividere con lui le gioie e le difficoltà dei semplici avvenimenti quotidiani.
Se poi l’adulto riesce anche a provare una grande gioia dal poter restare per alcuni minuti a osservare una formichina che trasporta una briciola o una goccia di rugiada che scende seguendo la forma della foglia, ha trovato la vera pace dell’essere su questa terra.
Riguardo alle risposte da dare, possiamo dividerle in due gruppi, a seconda dell’età dei bambini.
Bambini piccoli
I bambini piccoli, sotto i 5/6 anni di età, capiscono molto meglio se spieghiamo loro sotto forma di metafora o gioco, tenendo conto che per loro tutte le cose hanno un’anima dei sentimenti e delle emozioni (per loro una sedia può essere “stanca” e un bastone “arrabbiato”).
Alla domanda perché le nuvole nascondono il sole,ad esempio, non si dovrà rispondere perché il sole sta più in alto delle nuvole, perciò le nuvole, spinte dal vento, casualmente si trovano davanti al sole.
il bambino non capirà e continuerà a chiedere. Più facile, allora, sarà dire che le nuvole nascondono il sole perché sono birichine e gli fanno uno scherzo.

Bambini più grandi
Con i bambini più grandi si può cominciare a dare risposte più “scientifiche”, seguendo però sempre l’inclinazione del bimbo e imparando ad ascoltare cosa vorrebbe sentirsi rispondere, proprio come quando era piccolino.
In genere intorno ai 7/8 anni i bambini acquisiscono una grande voglia di sperimentare, montare, smontare, aprire i meccanismi, capire come funzionano le cose.
In questo momento si può assecondare questa loro inclinazione e non spiegare più attraverso metafore, bensì attraverso l’esempio.
Così alle stessa domanda sulle nuvole, la mamma potrà spiegare l’orbita del sole, della terra, che cos’è l’atmosfera e dove stanno le nuvole usando della palline e un fazzoletto.


Cristina Moretti

(03-11-2010)




[torna ai risultati]
 


Periodo dal

al

Argomento

Parola chiave:


torna ai risultati
 


Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 03-11-2010 alle :