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Il mutismo selettivo non è semplice timidezza

Quanto è conosciuto il mutismo selettivo? Bambini che parlano a casa e con i familiari più stretti ma non riescono a farlo con estranei e in contesti sociali, proprio come l'asilo e la scuola. Non si tratta di timidezza eccessiva ed una diagnosi corretta


Il Mutismo Selettivo è un disturbo sconosciuto e apparentemente raro.
Colpisce i bambini ed è caratterizzato dall’incapacità di parlare in determinate situazioni sociali, nonostante lo sviluppo e la comprensione del linguaggio siano nella norma. Sono bambini che a casa non stanno mai zitti, mentre fuori o in presenza di estranei, in luoghi pubblici o in contesti sociali, come l’asilo o la scuola, non riescono a far uscire un solo suono dalla bocca, neppure riferito al riso o al pianto.
Non è un fenomeno dovuto a qualche disfunzione organica o a un’incapacità correlata allo sviluppo, ma è un disturbo legato all’ansia, inserito nel quadro della fobia sociale infantile.
In Italia c’è pochissima informazione a riguardo.
Il Mutismo Selettivo (MS) compare nei bambini piccoli. Di solito i primi sintomi, come la timidezza, il rifiuto di parlare in alcune situazioni, un comportamento riservato, compaiono tra 1 e 3 anni di età ma viene riconosciuto in modo chiaro solo dopo questa età, quando il bambino inizia la scuola materna o la scuola elementare, situazioni in cui ci si aspetta che i bambini usino il linguaggio verbale.
Prima della scuola, i genitori del bambino e le figure che lo circondano non notano di solito alcun problema significativo nel comportamento relativo al linguaggio, poiché il bambino parla normalmente in casa. Se il bambino rimane silenzioso oppure ha un atteggiamento riservato in presenza di adulti esterni alla famiglia, raramente questo comportamento viene considerato anormale o allarmante. Il bambino è considerato "timido".
Quando inizia la scuola, il comportamento muto è similmente considerato un segno di timidezza, si ritiene che sia una breve fase che passerà con il tempo. Spesso, di fronte ad un comportamento con rifiuto di parlare, la gente reagisce punendo, trascurando o minacciando il bambino. Quando il MS viene finalmente riconosciuto, la media dei bambini con MS è muta già da due anni. A quel punto il comportamento non-verbale è diventato un atteggiamento consolidato, molto difficile da modificare.
Nella maggior parte dei casi, il bambino parla con uno o più membri della famiglia (soprattutto la madre), qualche volta con uno o alcuni coetanei, ma non con gli estranei, e non a scuola. Nella scuola, nel cortile della ricreazione, il bambino spesso parla o sussurra ad alcuni coetanei. Dentro la classe di solito non parla con nessuno.
La maggioranza dei bambini escogita un modo efficace di comunicare non-verbalmente, per esempio indicando, sorridendo, facendo cenni con la testa, rimanendo inespressivi e immobili finché qualcuno indovina correttamente cosa vogliono, scrivendo note, etc. L'ambiente che lo circonda comprende la comunicazione del bambino ed egli reagisce positivamente. Il comportamento non-verbale sostituisce quello verbale e viene rinforzato dalla reazione positiva dell'ambiente circostante.
I bambini con MS hanno, nella maggioranza dei casi, dei tratti tipici che diversi autori hanno riportato nelle loro descrizioni di casi studiati: spina dorsale diritta con la testa e le spalle lievemente curvate in avanti, uno sguardo evasivo abbassato, braccia irrigidite stese lungo il corpo, sguardo fisso nel vuoto. Quasi tutte le descrizioni fanno riferimento alla timidezza, all'inibizione o all'ansia.
Un punto importante è che molti di questi bambini hanno un grande desiderio di parlare in tutte le situazioni, ma non riescono a farlo. Possono aver paura di parlare o di interrompere l'abitudine di non-parlare, oppure possono sentirsi imbarazzati a parlare perché non sanno quale sarà la reazione da parte delle altre persone.
Consigli
È consigliabile EVITARE alcuni comportamenti che potrebbero rinforzare il MS nel bambino e danneggiarlo ulteriormente.
- Punire: aumenta l'ansia e i sintomi di MS;
- Corrompere, cioè promettere cose se il bambino parla;
- Forzare troppo il bambino a parlare;
- Accentuare troppo esplicitamente l'importanza di parlare.
Dow et al (1995) hanno indicato alcune linee-guida per lavorare con bambini MS dentro la classe. Queste cercano di creare un ambiente sicuro per il bambino dove possa parlare.
- Riduzione della paura: mai forzare il bambino a parlare, ma stimolare la relazione con i suoi coetanei;
- Stimolare la comunicazone non-verbale: tramite simboli, gesti, cartellini. Questo aumenta la comunicazione generale, facilita il contatto sociale con i coetanei e fa sentire il bambino più sicuro di se stesso;
- Stimolare l'interazione sociale: individuare coetanei adatti con cui far giocare il bambino durante la ricreazione scolastica, far lavorare in piccoli gruppi, pianificare attività dove non siano necessarie attività verbali e che stimolino la socializzazione
- Stimolare la comunicazione verbale: tramite un piano comportamentale strutturato, si può rinforzare il comportamento interattivo e comunicativo, compreso il linguaggio.
Fonte: mutismoselettivo.info


Cristina Moretti

(28-10-2010)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 28-10-2010 alle :