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Annuario della sicurezza stradale 2010, il ruolo dei mezzi pesanti

L'andamento della sinistrosità in Italia sia in costante calo, con un importante mito da sfatare per quanto riguarda i mezzi pesanti. Lo dice l’annuario dell’ASAPS


ASAPS (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) ha pubblicato di recente l'Annuario della sicurezza stradale 2010, che riporta i dati sulla sinistrosità delle strade italiane, con importanti aggiunte rispetto alla prima edizione del 2009, in particolare riguardo agli incidenti che hanno coinvolto i mezzi pesanti. Dal testo emerge come, in generale, l'andamento della sinistrosità in Italia sia in costante calo, con un importante mito da sfatare per quanto riguarda i mezzi pesanti.

L'Annuario della sicurezza stradale 2010
L'Annuario 2010, curato da Giordano Biserni, presidente ASAPS, e da Lorenzo Borselli, responsabile degli osservatori sulla sinistrosità, è suddiviso in 14 capitoli, con 240 pagine corredate di dati, tabelle e immagini, con la prefazione di Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e la presentazione di Vincenzo Borgomeo, giornalista reponsabile di Motori.Repubblica.it
Il testo, scaricabile gratuitamente dal sito internet www.asaps.it, mostra con grande chiarezza i numeri e le percentuali sui sinistri anche se, a causa del tradizionale ritardo nella diffusione dei dati ufficiali sull'incidentalità, questi risultano essere quelli riferiti al 2008. I dati del 2009, infatti, verranno diffusi solo a fine 2010.

La sinistrosità in Italia
In base all'Annuario 2010, il 2008 è stato un anno positivo, sebbene non entusiasmante: anche se l'Italia non riuscirà a raggiungere l'obiettivo fissato dall'Unione Europea di dimezzare la mortalità sulle strade nel decennio 2001-2010, occorre infatti considerare che dal 2001 siamo arrivati a una diminuzione del 33%.
Confrontando i dati con quelli dell’anno precedente, nel 2008 sono diminuiti i morti del 7,8% (da 5.131 a 4.731), i feriti del 4,6% (da 325.850 a 310.739) e il numero complessivo di incidenti del 5,2% (da 230.871 a 218.963).
Sostanzialmente, sono state risparmiate 400 vite rispetto al 2007, ed evitato sofferenze di varia gravità a 15.111 tra conducenti e passeggeri. In negativo, invece, i dati sui pedoni, il cui numero di vittime è cresciuto da 627 a 648.
A livello europeo, l'Italia continua ad essere uno dei paesi con il maggior numero di vittime in valori assoluti, superata solo dalla Polonia, che nel 2008 ha contato 5.437 vittime.
Seguono in ordine la Germania, con 4.467 vittime, la Francia con 4.275, poi Spagna con 3.081 e Regno Unito con 2.718.
I migliori risultati in termini di sicurezza stradale si sono avuti in autostrada, con un numero di vittime più che dimezzato rispetto al 2001, e anche se l'obiettivo fissato dalla Commissione Europea appare un miraggio, è pur vero che la riduzione media europea è stata del 28%, contro il 33% dell'Italia.
Una differenza sostanziale fra la sinistrosità italiana e quella di altri paesi consiste nello scenario nel quale questi avvengono: le maggiori città italiane hanno tassi di mortalità da 2 a 5 volte più elevati rispetto alle altre aree urbane dell'Europa a 15: i 14 maggiori centri urbani italiani sono teatro di incidenti che provocano 400 morti e 70.000 feriti in più rispetto al livello di rischio di altri centri europei.

Trasporto pesante e infortunio stradale
Una delle novità introdotte nell'edizione 2010 dell'Annuario è l'osservatorio dedicato all'incidentalità correlata al trasporto pesante.
Il titolo del capitolo dedicato all’argomento, Trasporto pesante e infortunio stradale: il gigante buono e incompreso della sicurezza, fa subito capire quali sono le conclusioni al riguardo e indica come il mito del ruolo dei mezzi pesanti sull'incidentalità, sia oggi da sfatare. È, infatti, opinione diffusa che, anche per le dimensioni dei mezzi, il trasporto pesante costituisca un notevole pericolo per la circolazione. In realtà, la percentuale di incidenti che riguardano i 'bisonti della strada' è il 7,3% del totale: sostanzialmente, i camion sono coinvolti - e ciò non significa che siano sempre responsabili - in poco più di 7 incidenti stradali su 100, provocando il 6,2% dei morti e il 3,7% dei feriti.
Gli incidenti nei quali sono coinvolti mezzi pesanti hanno una maggiore gravità media, ma è anche vero che, in Italia come nell'Unione Europea (in cui la percentuale di incidentalità dei mezzi pesanti si attesta al 6%), il coinvolgimento dei veicoli commerciali di portata superiore a 35 quintali diminuisce più rapidamente del numero di incidenti in generale.
Inoltre, questo dato non solo va rapportato al parco circolante (al 31 dicembre 2008 si contavano 3.914.998 autocarri trasporto merci in Italia, l'8,2% sul totale del parco veicoli), ma anche al numero di chilometri percorsi.
Occorre poi considerare che negli ultimi 25 anni la mobilità delle merci e dei passeggeri è cresciuta del 300% e il numero di veicoli circolanti del 330%, ma mentre nel 1975 gli investimenti per le strade costituivano l'1,4% del PIL, oggi siamo allo 0,2%: sostanzialmente sono crollati a un settimo del loro valore, e sono il 25% di quelli realizzati in Germania, il 44% di quelli della Francia e il 67% di quelli dell'Inghilterra.
In chiusura il volume fa un'ultima considerazione su quanto sia ancora difficoltoso muoversi nell'Unione Europea, confrontando la realtà europea con quella degli Stati Uniti d'America, in cui il modello della carta di circolazione di un veicolo è sostanzialmente identico in tutti gli stati, stesso dicasi per la patente di guida o per la soglia legale alcolica.
Nell'Europa a 27 circolano più di 90 differenti tipi di patente, sono in vigore 27 codici stradali e 5 diversi limiti alcolemici. Per quanto riguarda i limiti di velocità, si passa dal no limits tedesco alle 70 miglia orarie britanniche (112 km/h), mentre in Italia come al solito siamo un po' più complessi: 130 km/h sulle autostrade, con riduzione a 110 in caso di pioggia e forse - ma ormai il pericolo sembra scongiurato - 150 sulle autostrade a tre corsie per ogni senso di marcia.

L’ ASAPS
ASAPS è acronimo di Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, nasce nel 1991 per iniziativa di un gruppo di appartenenti alla Specialità di Forlì, Cesena, Ravenna e Faenza, con lo scopo di raccogliere dati e studiare gli argomenti correlati alla sicurezza stradale.
Oggi ASAPS, con a Forlì, è presente in tutti gli uffici e i comandi della Polizia Stradale e in molti della Polizia Locale, ha una struttura di oltre 600 tra referenti provinciali e responsabili periferici, e conta oltre 30mila soci tra tutte le forze di polizia e i cittadini.
Insieme a Sicurstrada, in questi anni ha realizzato moltissimi testi destinati alla diffusione della conoscenza di problematiche e dinamiche inerenti alla sicurezza stradale, oltre a pubblicare Il Centauro, rivista ufficiale dell'Associazione, che ha una tiratura di oltre 25mila copie sul territorio nazionale ed è molto diffusa fra le istituzioni che si occupano di sicurezza.
Per tutte le altre informazioni sulle attività e sulle pubblicazioni di ASAPS rimandiamo al sito internet dell'Associazione all'indirizzo http://www.asaps.it

Cristina Moretti



(22-06-2010)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 22-06-2010 alle :