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Al Centro Nord il piano casa entra nel vivo

In alcune regioni il piano casa è operativo: è scaduto il tempo concesso ai Comuni per decidere se escludere o limitare gli aumenti di volume nel proprio territorio. Entro fine mese si conosceranno le scelte di altri Municipi


Anche in Piemonte e in Emilia Romagna, dopo la Toscana e la provincia di Bolzano, il piano casa è operativo. In queste due Regioni è scaduto il tempo concesso ai Comuni per decidere se escludere o limitare gli aumenti di volume nel proprio territorio.
Ora i cittadini possono presentare le domande in base agli orientamenti del proprio Comune. In Piemonte tutti i capoluoghi di provincia, tranne Torino, hanno scelto di non aggiungere ulteriori vincoli. In Emilia Romagna panorama più diversificato: escluse vaste zone a Ravenna e Rimini, più permissiva Parma. A Modena nei trenta giorni della Dia il Comune valuterà anche la qualità architettonica dei progetti. Entro fine mese si conosceranno le scelte dei Comuni lombardi e veneti. La scorsa settimana è arrivata anche la legge delle Marche.
Intervento di manutenzione straordinaria per il piano casa del Veneto. Nei giorni scorsi, infatti, la Giunta ha deciso di inserire nel Pdl n. 425, approvato in Consiglio e con oggetto «Modifica di leggi regionali in materia di urbanistica ed edilizia», due articoli che chiariscono in maniera definitiva e inequivoca come interpretare gli articoli 7 e 9 sulle prime case della Lr 14/2009.
Prima la Giunta aveva emanato una circolare interpretativa che però è stata ritenuta insufficiente. Il nodo è la definizione di «prima abitazione del proprietario» e «prima casa di abitazione» per le quali si chiarisce «si intendono le unità immobiliari in proprietà, usufrutto o altro diritto reale in cui l’avente titolo, o i suoi familiari, risiedano oppure si obblighino a stabilire la residenza e a mantenerla per ventiquattro mesi dall’entrata in vigore della medesima legge regionale 8 luglio 2009, n. 14».
In più il testo specifica che «gli eventuali provvedimenti negativi già rilasciati dal Comune sulla base di diverse interpretazioni della legge sul piano casa debbono essere riesaminati alla luce di quella che è ritenuta l’interpretazione autentica». Insomma se il Comune ha negato un ampliamento ritenendo l’immobile non prima casa, deve fare marcia indietro.
In Lombardia a frenare la legge sul piano casa sono gli stessi Comuni lombardi. Sulla scia di quanto già successo in Emilia Romagna, alla scadenza del termine concesso per decidere se limitare l’applicazione dei premi sul proprio territorio, sono molte le città lombarde che hanno dato un’applicazione restrittiva della legge. Milano, ad esempio, ha individuato 12 aree (tra cui la Città studi e il Villaggio giornalisti) in cui non sarà possibile ampliare del 20% le abitazioni. Di più ha fatto Monza: qui le aree sono ben 44 e il divieto vale, in modo implicito, anche per il centro storico. Sondrio ha detto di no a nuovi volumi di edilizia residenziale pubblica. Pavia poi ha escluso le aree di trasformazione e quelle agricole.


Per consultare le decisioni, queste le leggi di riferimento: Regione Toscana legge n. 24/2009 – Provincia autonoma di Bolzano – Delibera 1609/2009 – Regione Emilia Romagna –legge 6/2009 – Regione Lombardia : legge 13/2009 – Regione Piemonte: legge 14/2009 - Regione Veneto: legge regionale 9 ottobre 2009, n. 26 “Modifica di leggi regionali in materia urbanistica ed edilizia” Pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione del 13 ottobre 2009


Cristina Moretti

(27-10-2009)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 27-10-2009 alle :