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Click! La foto d'azione è servita

Scattare foto d'azione è bello, ma non sempre è facile. Ecco allora qualche piccolo consiglio per non sbagliare e dribblare le insidie dell’alta sensibilità analogica e digitale


Quando il nostro soggetto è in movimento, normalmente occorre adoperare tempi d'otturazione molto rapidi, adatti a fermare l'azione cogliendo l'attimo fuggente. Già, ma per poterlo fare occorre disporre di luce abbondante e magari adoperare obiettivi extraluminosi. E se il cielo è coperto? E se il soggetto da ritrarre, ad esempio un animale selvatico, si muove nel sottobosco poco illuminato? E se la foto di cronaca deve essere scattata necessariamente al crepuscolo?
In tutti questi casi in cui la luce scarseggia, bisogna alzare la sensibilità caricando la fotocamera con una pellicola molto più sensibile oppure impostando la macchina digitale su di una sensibilità maggiore modificandone l’amplificazione. Questo però comporta anche degli svantaggi, come perdere in qualità d’immagine.
Partendo dai vantaggi, il primo è che ogni raddoppio di sensibilità permette di raddoppiare la velocità del tempo di otturazione.
Se, ad esempio, senza variare l'apertura di diaframma, passiamo da una pellicola da 100 ISO ad una da 200 ISO, potremo scattare ad 1/125s là dove operavamo ad 1/60s. Se abbiamo una 400 ISO o una 800 ISO, ecco che potremo scattare ad 1/250s oppure 1/500s. Con una 1600 ISO o una 3200 ISO, lavoreremo con 1/1000s oppure 1/2000s.
Comodo, indubbiamente, ma anche pericoloso. L'alta sensibilità, infatti, nel mondo delle pellicole è ottenuta in linea di massima aumentando le dimensioni dei granuli di alogenuro d'argento delle emulsioni sensibili. Ciò significa che le stampe finali, o anche le diapositive, mostreranno una "grana grossa". E ciò potrà disturbare.
Nel mondo della fotografia digitale invece, ecco che l'effetto di alta sensibilità verrà ottenuto per mezzo di un processo di amplificazione elettronica del segnale che raggiunge ogni pixel del sensore. Concettualmente si tratta di un risultato facile da ottenere. Nella pratica espone l'immagine ad un rischio: quello di vedere comparire dei "disturbi" elettronici in alcune aree, in particolare in quelle più scure.

È bene forzare la sensibilità?
Ci si chiede spesso, sul campo, se sia davvero opportuno forzare la sensibilità nominale di una pellicola, o usare una pellicola di altissima sensibilità, oppure aumentare la sensibilità di una macchina digitale.
In proposito si deve tener conto di quattro diverse considerazioni.
In primo luogo bisogna tener conto che una fotocamera digitale ha un vantaggio intrinseco: la sensibilità può essere elevata per un solo scatto; invece la pellicola obbliga ad esporre ad una determinata sensibilità tutto il rullino.
In secondo luogo si può dire che a parità di sensibilità, anche elevata, l'effetto grana di uno scatto digitale è normalmente inferiore rispetto a quello di una pellicola: i pixel del sensore sono disposti in modo più regolare e "disturbano" in misura minore.
Se poi si è in presenza di scene con poca luce, ad esempio in una foto d'esterni con ambiente nebbioso, uno scatto su pellicola analogica fornisce di solito un risultato più brillante e contrastato rispetto ad uno scatto digitale. Per riportare il digitale ad essere competitivo occorre adoperare un "filtro" di correzione, ad esempio quello definito "maschera di contrasto" in Adobe Photoshop.
In ultimo diversi tipi di sensori digitali possono portare a risultati differenti in termini di grana, più o meno evidente, e magari anche a disturbi (vario colore nelle aree più scure). Non si tratta di differenze di poco conto.
La possibilità di variare rapidamente la sensibilità, anche soltanto per uno scatto, è certamente un punto di forza a favore della fotografia digitale. Il migliore "senso di rilievo" dato dalla pellicola tradizionale depone invece a favore delle riprese con tecnica analogica.
Non si può, quindi, dare una risposta assoluta al quesito se sia preferibile questa o quella soluzione, perché dipende anche dai gusti e dalle esigenze personali di ciascun fotografo.
va però sottolineato che ricorrere a sensibilità più elevate di quelle normali può presentare vantaggi e svantaggi pratici che non devono essere sottovalutati.
In linea di massima si può concludere che è sempre meglio non adoperare pellicole d'altissima sensibilità. È preferibile, ad esempio, non superare la soglia dei 400 ISO se si vuole mantenere "basso" l'effetto grana o la comparsa di disturbi elettronici.
I traguardi degli 800 e 1600 ISO sono già più impegnativi e li riserveremo a riprese che non si vuole assolutamente perdere, accettando qualche "disturbo" sull'immagine. I 3200 ISO è un virtuosismo che va riservato a casi eccezionali per i quali la "testimonianza" del fatto sia di valore superiore alla qualità d'immagine ottenibile.
Non tutte le fotocamere digitali poi consentono di impostare tale sensibilità.

Cristina Moretti

(30-11-2009)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 30-11-2009 alle :