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Nucleare in Italia. C’è chi dice “no”!

Dibatto acceso circa il ricorso a questa fonte energetica, più che mai per il problema smaltimento scorie. E adesso arrivano i primi “No” delle Regioni e dei sindaci ad ospitare nuovi impianti


Quello del Friuli Venezia Giulia è tra i primi no al nuovo corso nucleare italiano. A confermarlo è l’assessore regionale alle Infrastrutture con delega all’Energia, Riccardo Riccardi: “In Friuli Venezia Giulia non sono stati individuati siti idonei per ospitare una centrale nucleare”.
L’attenzione è stata poi puntata sul Veneto. Nei giorni scorsi, infatti, il ministro veneto dell’Agricoltura, Luca Zaia, aveva detto: “Non so se il Veneto sia fra i luoghi candidati a ospitare centrali nucleari e sull’eventuale localizzazione non è mia competenza esprimermi: in ogni caso i primi a essere interpellati dovrebbero essere i cittadini attraverso i loro sindaci”. Il governatore veneto, Giancarlo Galan, a ruota si era detto “possibilista” per la propria Regione.
Tutt’altro che positiva la reazione di Franco Saragò, responsabile Energia di Legambiente Calabria: “La Calabria non può essere candidata a ospitare alcuna centrale nucleare. È paradossale quello che ha dichiarato, nei giorni scorsi, il vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Francescantonio Stillitani, a proposito dell’opportunità di sviluppo economico che la Calabria potrebbe ottenere ospitando una centrale nucleare. La nostra regione – ha continuato Saragò – ha ben altre vocazioni che, purtroppo, sono state mortificate da decenni di malgoverno che ha consentito lo scempio delle coste, il degrado delle aree urbane, l’inquinamento del mare, la devastazione delle aree di pregio e la mancata valorizzazione dei beni culturali”.
Anche a Termoli, in provincia di Campobasso, si infiamma il dibattito sulla possibile localizzazione in basso Molise di una delle quattro centrali nucleari che saranno realizzate in Italia a seguito dell’accordo Berlusconi-Sarkozy. Il primo cittadino del centro adriatico, Vincenzo Greco, ha detto di considerare “allarmante” la notizia della scelta di Termoli quale “probabile sito”. “Il nostro è un deciso no a tale ipotesi”.
In Sardegna, invece, si è venuta a creare una situazione a dir poco curiosa, dove il neo presidente “berlusconiano” Cappellacci ha dichiarato: “Prima di costruire una centrale atomica nella mia Regione dovranno passare sul mio corpo”. Spiegando poi: “Penso che nell’ambito di un corretto mix delle energie di approvvigionamento la Sardegna abbia già un suo profilo definito. È da tempo che ci stiamo concentrando sulle energie alternative visto che qui vento e sole non mancano. È stato il Governo a dire che la scelta dei siti sarà fatta d’intesa con i territori. Ecco, i sardi non sono d’accordo. E questo mi pare abbastanza”.
Altro secco no ai nuovi impianti arriva dal Piemonte. “La nostra Regione non ci sta e mantiene ferma la sua proposta: investire nelle energie da fonti rinnovabili per sostenere lo sviluppo, rilanciare l’economia, ridurre i consumi, proteggere l’ambiente”, sottolineano Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte, e Andrea Bairati, assessore regionale all’Energia. “Il Paese si è già espresso attraverso un referendum: vorremmo capire dal presidente del Consiglio e dal ministro Scajola come il Governo intende aggirare i risultati di una consultazione popolare – ha aggiunto Bairati. – Occorrerebbe tornare a interpellare i cittadini per sapere se hanno cambiato idea o almeno aprire una grande discussione nel Paese”.
(fonte: e-gazette.it)


Cristina Moretti

(01-04-2009)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 01-04-2009 alle :