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ambiente

L’Istat fa la hit degli inquinatori

L’Istituto nazionale di statistica ha notificato la matrice di conti economici nazionali integrata con conti ambientali. L’industria manifatturiera è la più inquinante


Nel 2006 le attività produttive hanno generato oltre l’80% delle emissioni di inquinanti a effetto serra e più del 90% delle emissioni che sono all’origine del fenomeno dell’acidificazione. La restante parte è attribuibile, invece, alle attività di consumo delle famiglie. A dirlo è l’Istat, che ha recentemente reso disponibili gli aggregati Namea (acronimo che sta per National accounting matrix including environmental accounts, ossia matrice di conti economici nazionali integrata con conti ambientali) per l’Italia relativi agli anni 1990-2006.
In questo lavoro, gli aggregati economici di produzione, valore aggiunto, occupazione e consumi finali delle famiglie vengono confrontati con i dati relativi ad alcune pressioni che le attività produttive e di consumo esercitano sull'ambiente naturale.
In particolare, vengono stimati i prelievi diretti di quattro tipi di risorse naturali vergini come il vapore endogeno, i combustibili fossili, i minerali, le biomasse e le emissioni di diciotto inquinanti atmosferici ((nidride carbonica (CO2), protossido di azoto (N2O), metano (CH4), ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo (SOx), ammoniaca (NH3), composti organici volatili non metanici (COVNM), monossido di carbonio (CO), particolato (PM10), arsenico (As), cadmio (Cd), cromo (Cr), rame (Cu), mercurio (Hg), nichel (Ni), piombo (Pb), selenio (Se) e zinco (Zn).

Dai dati risulta che le attività produttive che maggiormente contribuiscono alle emissioni di inquinanti sono quelle manifatturiere: 27,1% delle emissioni complessive di gas a effetto serra, 18,6% nel caso dell’acidificazione e il 23,8% per il fenomeno della formazione dell’ozono troposferico. Il settore che include agricoltura, silvicoltura e pesca contribuisce per più del 40% alle emissioni complessive di sostanze acidificanti; il settore energia elettrica, gas e acqua genera invece il 26% delle emissioni complessive di gas a effetto serra e il 9,8% delle sostanze acidificanti; alle attività di trasporto in conto terzi è attribuibile il 13% del totale sia nel caso dell’acidificazione, sia nel caso della formazione di ozono troposferico.
Le emissioni generate dalle famiglie derivano soprattutto dall’uso di combustibili per il trasporto privato (pari a quasi il 10% delle emissioni complessive di gas serra nel 2006 e a oltre il 25% nel caso della formazione di ozono troposferico) e dall’uso di combustibili per il riscaldamento domestico e gli usi di cucina (responsabili nel 2006 del 10% circa delle emissioni complessive di gas serra).
Va detto, però, che nel corso del periodo 1990/2006 il peso delle attività produttive nella generazione delle emissioni atmosferiche, pur rimanendo significativamente superiore a quello delle famiglie, è diminuito. La riduzione è particolarmente rilevante nel caso degli inquinanti che causano la formazione di ozono troposferico (circa il 63% del totale nel 2006 a fronte del 71% circa del 1990), più limitata nel caso dell’effetto serra (da un contributo dell’84% circa nel 1990 a meno dell’81% del 2006), minima nel caso dell’acidificazione (dal 92 al 91% circa).


Cristina Moretti

(09-03-2009)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 09-03-2009 alle :