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Il decreto anticrisi riforma il mercato elettrico

La rete nazionale sarà suddivisa in tre macro-zone Nord, Centro e Sud e non ci sarà più un “Prezzo Unico Nazionale”. Si salva la detrazione del 55% sugli interventi negli edifici


L’Unità nazionale in materia di prezzi dell’elettricità da ora sarà solo un ricordo. Con la riforma del mercato elettrico, infatti, la rete nazionale sarà suddivisa in tre macro-zone e prenderà il via una diversa determinazione di prezzo in Borsa.
A deciderlo le commissioni Bilancio e Finanze della Camera, che hanno approvato con modifiche la riforma del mercato elettrico, inserita nel decreto anticrisi. Ad esultare soprattutto la Lega, che ha visto approvata la sua proposta di creare macroaree (Nord, Centro e Sud) al posto del Prezzo Unico Nazionale. “Entro 24 mesi dall'entrata in vigore del decreto”, si legge nel provvedimento, “il ministro dello Sviluppo economico, su proposta dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, sentito il concessionario dei servizi di trasmissione e dispacciamento, può suddividere la rete rilevante in non più di tre macro-zone”. Tra le altre novità previste, la conferma del meccanismo di determinazione “pay as you bid” per le quotazioni della Borsa elettrica, che vedrà la cancellazione definitiva del precedente sistema dovuto a prezzo marginale.
Il decreto ha inoltre varato anche il salvataggio della già esistente detrazione Irpef del 55% sugli interventi (anche quelli già effettuati) per la riqualificazione energetica degli edifici. Uno degli emendamenti presentati ha eliminato la retroattività della norma, che metteva a rischio il godimento dello sconto fiscale sull’Irpef sul 55% delle spese già effettuate per le ristrutturazioni.
Con il decreto si stabilisce che, per i costi sostenuti a partire dal primo gennaio 2009, la detrazione sarà ripartita in cinque rate annuali. In questo modo si cambia l’impostazione del decreto, che fissava un tetto massimo agli sconti: 185 milioni di euro nel 2009 per il 2010 e 314 nel 2010 per il 2011. Ora la detrazione è disponibile per tutti i richiedenti, ma ripartita in cinque rate annuali anziché in tre.
Con questo provvedimento si è riusciti a mettere d’accordo maggioranza e opposizione e il testo, così modificato, dovrebbe quindi confluire in un maxi-emendamento su cui il governo metterà probabilmente la fiducia, accelerando i tempi della conversione in legge (il dl scade a fine gennaio).
Nell’attesa, arrivano le prime reazioni. Il presidente del Tavolo della Domanda di Confindustria, Massimo Protti ha detto di considerare la riforma varata “un punto fondamentale verso un efficientamento del sistema, a tutto vantaggio di imprese ed operatori. Solo una lettura miope di tale accordo - ha proseguito - potrebbe far trasparire vinti o vincitori: la realtà è che la sperimentazione, durata quattro anni e partita da una situazione di fortissima precarietà del sistema elettrico italiano, alla fine ha mostrato tutte le forti limitazioni connesse con i problemi presenti alla nascita”.


Cristina Moretti

(11-02-2009)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 11-02-2009 alle :