L'amianto (o asbesto), un insieme di minerali del gruppo dei silicati, in natura è un materiale molto comune. La sua resistenza al calore e la sua struttura fibrosa hanno favorito il suo largo impiego sia in edilizia sia come materiale per indumenti e tessuti da arredamento a prova di fuoco, ma la sua ormai accertata nocività per la salute ha portato a vietarne l'uso in molti paesi. Le polveri di amianto, se respirate, provocano infatti l'asbestosi, nonché tumori della pleura, ovvero il mesotelioma pleurico e dei bronchi, ed il carcinoma polmonare. Una fibra di amianto è 1300 volte più sottile di un capello umano. Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell'aria non sia pericolosa; teoricamente l'inalazione anche di una sola fibra può causare il mesotelioma ed altre patologie mortali, tuttavia un'esposizione prolungata nel tempo o ad elevate quantità aumenta sensibilmente le probabilità di contrarle.
Purtroppo, ancora oggi ovunque ci troviamo, l'amianto è spesso a due passi da noi. Ci si affaccia alla finestra ed ecco che la casa di fronte ha lastre di copertura e serbatoio dell'acqua in cemento-amianto; si va in palestra ed ecco che la pavimentazione gommata che ci sta sotto i piedi è in vinil-amianto mentre in alcuni edifici troviamo l'amianto spruzzato per isolare acusticamente e termicamente gli ambienti e se andiamo a teatro tendoni e i tessuti di rivestimento delle poltroncine contengono amianto filato per ridurne l'infiammabilità.
Con il termine amianto si indicano, infatti, una serie di silicati fibrosi ampiamente utilizzati per realizzare più di tremila prodotti commerciali (dalle tubazioni per gli acquedotti e fognature ai pannelli in cartone-amianto, dalle guarnizioni ai filtri per bevande, dalle tute alle coperte e ai guanti antincendio, e ancora guanti da forno, teli da stiro, vernici, rivestimenti, coibentazioni, stucchi, feltri,).
L'amianto è stato utilizzato fino agli anni ottanta per produrre la miscela cemento-amianto (il cui nome commerciale era Eternit) per la coibentazione di edifici, tetti, navi e treni; come materiale per l'edilizia (tegole, pavimenti, tubazioni, vernici), nelle tute dei vigili del fuoco, nelle auto (vernici, parti meccaniche), ma anche per la fabbricazione di corde, plastica e cartoni. Inoltre, la polvere di amianto è stata largamente utilizzata come coadiuvante nella filtrazione dei vini.
In Italia dal 1992, con la legge n. 257, è stata disposta la "cessazione dell'impiego dell'amianto" nonchè "l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione, e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto".
Oggi il problema amianto è particolarmente sentito perché è stato usato in numerosissime applicazioni e, di conseguenza, liberarsi di tutti gli oggetti e manufatti che lo contengono implica l’impiego di enormi risorse da destinare alla bonifica la quale prevede, a norma di legge:
• la manutenzione del bene in modo tale che non si abbia il rilascio di fibre nell'aria (incapsulamento e confinamento)
• la rimozione del bene e relativa sostituzione con materiali non pericolosi.
I metodi di bonifica che possono essere messi in atto sono tre (rimozione, incapsulamento e confinamento)
e, per ognuno, è necessario affidarsi a ditte specializzate e autorizzate alla bonifica di questo pericoloso materiale.
La rimozione dei materiali di amianto
È il procedimento più diffuso perché elimina ogni potenziale fonte di esposizione ed ogni necessità di attuare specifiche cautele per le attività che si svolgono nell'edificio. In genere richiede l'applicazione di un nuovo materiale, in sostituzione dell'amianto rimosso.
L'incapsulamento
Consiste nel trattamento dell'amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che inglobano le fibre di amianto, ripristinando l’aderenza al supporto, e creano una pellicola di protezione sulla superficie esposta.
Occorre inoltre verificare periodicamente l'efficacia dell'incapsulamento, che col tempo può alterarsi o essere danneggiato, ed eventualmente ripetere il trattamento.
Il confinamento
Consiste nell'installazione di una barriera a tenuta che separi l'amianto dalle aree occupate dell'edificio. Se non viene associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all'interno del confinamento. Rispetto all'incapsulamento, presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti. Non è indicato quando sia necessario accedere frequentemente nello spazio confinato.
Quale metodo scegliere
Se i metodi di bonifica alternativi alla rimozione presentano costi minori a breve termine, nel lungo periodo, però, il costo aumenta per la necessità di controlli periodici e di successivi interventi per mantenere l'efficacia e l'integrità del trattamento. Il risparmio economico (cosi come la maggiore rapidità di esecuzione), rispetto alla rimozione, dipende prevalentemente dal fatto che non occorre applicare un prodotto sostitutivo e che non vi sono rifiuti pericolosi da smaltire.
Le misure di sicurezza da attuare sono, invece, per la maggior parte le stesse per tutti i metodi. I rischi per i lavoratori addetti e per la contaminazione dell’ambiente, invece, risultano essere maggiori in caso di rimozione in quanto questa produce notevoli quantità di rifiuti tossici che devono essere correttamente smaltiti.
Cristina Moretti
(04-02-2009)
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