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Fotografia nazionale dei post infartuati

Il Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa e Preventiva) presenta i risultati dello Studio ISYDE 2008:ogni anno in Italia accedono alle terapie “salvacuore” post infarto o angioplastica fino a 60.000 persone su 180.000 che ne avrebbero bisogno


Una fotografia dettagliata dello stato della riabilitazione cardiologica in Italia. Ecco cos’è lo studio ISYDE 2008, che verrà presentato oggi nel corso del 9° Congresso Nazionale del GICR – Gruppo Italiano di Riabilitazione Cardiologica – in programma dal 23 al 25 di ottobre ad Ostuni.

“Oltre un anno di lavoro – dichiara il Dottor Raffaele Griffo, Presidente GICR e Direttore UO. Cardiologia Riabilitativa ASL 3 – che ci ha permesso di raccogliere un enorme quantità di dati dalle cardiologie di tutta Italia (hanno partecipato 190 centri sui 208 totali). Si tratta di una iniziativa della società scientifica Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa e Preventiva, che da oltre 20 anni si occupa di questo settore, così cruciale nell’ambito della cardiologia e che accompagna i pazienti dopo la fase acuta della malattia (infarto, angioplastica, cardiochirurgia, scompenso) prima di riaffidarli alle cure del medico di famiglia”.
“Il progetto ISYDE-2008 (Italian SurveY on carDiac rEhabilitation-2008)
– spiega il Professor Roberto Tramarin, coordinatore del lavoroè uno studio osservazionale longitudinale progettato in modo da descrivere in termini organizzativi e di contenuti le prestazioni riabilitative offerte dalle varie strutture dislocate sul territorio. A livello nazionale, questa operazione di mappatura dei centri di CR italiani e di maggiore precisazione del relativo carico clinico-assistenziale sarà molto preziosa per pubblici decisori e organismi di controllo, nell’ottica di una più opportuna programmazione sanitaria e di contenimento della spesa”.

Riabilitazione Cardiologica ovvero “Cuori da riparare”. In teoria tutte le persone che hanno avuto un infarto o un angioplastica dovrebbero essere avviate ad un ambulatorio riabilitativo. In concreto la Riabilitazione cardiologica consta di un insieme di attività tra le quali ricordiamo come principali: l’esercizio fisico, il supporto psicologico alla nuova condizione, la scelta di una nuova e corretta dieta alimentare, l’assoluto divieto di fumare ed infine il controllo e il supporto necessario al paziente per seguire le cure di mantenimento con costanza.

ISYDE-2008, aumentano le strutture, divise quasi a metà tra sanità pubblica e privata. Lo studio ISYDE ha fornito un aggiornamento rispetto alle precedenti indagini datate 1996 e 2002; di fatto il numero delle strutture è cresciuto dal 2002 al 2008 da 143 a 160 centri. Gli ambulatori di riabilitazione in Italia sono così distribuiti 59% in strutture pubbliche 41% sanità privata. Negli ultimi anni è cresciuto soprattutto il settore privato, e ne è una prova il dato che vede allestiti dai privati la maggior parte dei letti per pazienti in terapia sub intensiva.

La distribuzione dei centri Nord, Centro, Sud. Il censimento realizzato dallo Studio ISYDE-2008 ha fornito la distribuzione dei centri di cardiologia riabilitativa sul territorio italiano, in ordine decrescente qui di seguito: Lombardia 45, Veneto e Sicilia 18, Campania 13, Toscana ed Emilia 12, Piemonte 11, Lazio e Calabria 10, Puglia 7, Friuli Abruzzo Molise 6, Trento Bolzano 5, Marche 3, Basilicata e Sardegna 2, Val D’Aosta 1.

Ma i reali indicatori sono i posti letto per abitante. Nel nostro paese ci sono 2421 letti di unità di riabilitazione cardiologica, il 20% dei posti letto totali delle cardiologie. In Italia in media c’è un centro di riabilitazione cardiologica ogni 300 mila abitanti, così ripartiti: al Nord una struttura ogni 250 mila, al centro Italia una ogni 350 mila, ed al Sud una ogni 450 mila abitanti. Questi dati purtroppo confermano l’esistenza di una grossa disparità le regioni italiane sull’asse Nord – Sud. Per quanto riguarda la statistica dei posti letto, il vero parametro su cui ragionare secondo i cardiologi, in fondo alla classifica ci sono la Sardegna, l’Umbria e la Basilicata, del tutto prive di posto letto per la riabilitazione cardiologica; in cima ci sono il distretto di Trento e Bolzano, Lombardia e Liguria che permettono di alzare la media nazionale su livelli accettabili. Tuttavia nonostante rimanga indubbio il ruolo dominante del Nord Italia in questo settore, secondo gli esperti è in atto al Centro-Sud un trend di crescita abbastanza deciso che in qualche modo rispetta l’evoluzione e la maturità dell’offerta cardiologica.

Il profilo dei pazienti da riabilitazione cardiologica. Due terzi dei pazienti che entrano in riabilitazione sono stati sottoposti ad un intervento chirurgico che riguarda problemi cardiaci, la maggioranza (il 30 per cento) dopo un intervento coronarico. L’identikit estratto dallo studio ISYDE-2008 riporta il profilo di un paziente anziano, in linea con l’invecchiamento della popolazione nazionale. Sono molto di più gli uomini rispetto alle donne (63% contro 27%) ad accedere alle strutture riabilitative. Secondo gli esperti questo tipo di dato è già stato riscontrato negli Stati Uniti, e la spiegazione è data dal fatto che le donne si ammalano in genere in età più avanzata rispetto agli uomini, al punto da incidere sugli accessi ai percorsi della riabilitazione.

Il team di lavoro. Lo staff di una unità di Cardiologia Riabilitativa è composto da vari tipi di figure professionali necessari a seguire in tutte le fasi il paziente cardiopatico. I cardiologi, ben 656 lavorano in queste strutture, sono nella maggior parte dei casi i coordinatori di un team di lavoro composto da: infermiere, fisioterapisti, psicologi, dietisti e tecnici di laboratorio.

(23-10-2008)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 23-10-2008 alle :