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cultura

TIME IN JAZZ number 21

Dal 10 al 16 agosto, si rinnova in Sardegna, a Berchidda, l'appuntamento con il Festival Internazionale diretto da Paolo Fresu, dedicato al jazz contemporaneo, ma non senza sconfinamenti in altri territori musicali


Tre grandi protagonisti del jazz contemporaneo: Steve Coleman, Uri Caine, Don Byron. La coinvolgente energia dei Funk Off. Mark Feldman in duo con Sylvie Courvoisier, Chris Speed con Jim Black. Gli archi di Ernst Reijseger, Giovanni Sollima, Mario Brunello e del quartetto Alborada. Gavino Murgia fra jazz e musica etnica, le voci della tradizione sarda del Cuncordu e Tenore di Orosei e quelle d’autore di Ornella Vanoni e di Paola Turci.
Ecco il cast del prossimo Time in Jazz, il festival fondato (nel 1988) e diretto da Paolo Fresu nella sua Berchidda (provincia di Olbia-Tempio), che dal 10 al 16 agosto celebrerà la sua edizione numero ventuno.

Saranno sette giorni fitti di appuntamenti, seguendo la formula ben collaudata che prevede musica (e non solo) dal mattino a notte fonda, in spazi deputati – come l’arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, teatro dei concerti serali – ma anche in luoghi meno “canonici”: i boschi del Monte Limbara, le chiese campestri nei dintorni del paese e degli altri centri, fra Logudoro e Gallura, in cui il festival fa tappa - Olbia, Ozieri, Tempio Pausania, Oschiri, Monti, Pattada e Nughedu San Nicolò -, persino treni, stazioni e una delle navi che collegano l’isola al “continente”, saranno ancora una volta le location a Time in Jazz. Che anche la prossima estate, all’indomani della settimana berchiddese, vivrà un prolungamento a Sassari: forte del riuscito debutto dell’anno scorso, il 17 e il 18 agosto torna infatti la rassegna Time in Sassari.

La musica - il jazz, ma non senza sconfinamenti in altri territori musicali - fa naturalmente la parte del leone a Time in Jazz. Ma anche il cinema, con una rassegna di film e documentari scelti dal regista Gianfranco Cabiddu, e le arti visive, con mostre, eventi espositivi, performance e progetti site specific allestiti in luoghi e spazi differenti di Berchidda, sono parte integrante di questo festival votato da sempre ad esplorare la molteplicità dei linguaggi dell’espressione e i loro possibili incroci e “contaminazioni”.

“Arkitekturae”
Ogni edizione ruota intorno a un tema differente, un leitmotiv che attraversa e caratterizza programmaticamente il cartellone. Nel corso degli anni, Time in Jazz ha così viaggiato attraverso il nuovo tempo del jazz e le prove d’autore, ha forzato i confini per spingersi nei territori delle sonorità etniche e di quelle digitali, ha sperimentato relazioni e consonanze fra musica e parola, musica e poesia, musica e immagine, musica e gioco, musica ed enogastronomia. La ventunesima edizione promette una nuova tappa di questo viaggio fra le galassie espressive: e il titolo “Arkitekturae” suggerisce quali saranno stavolta gli spunti tematici del festival.

Musica e architettura, l’arte del tempo e quella dello spazio, arti distinte ma affini, a partire dalla loro essenza numerica, matematica, e che non a caso condividono concetti come ritmo, armonia, grandezza, proporzione, intensità, struttura, composizione, oltre alle interconnessioni - spesso strettissime - nello sviluppo dei rispettivi percorsi storici. “Musica e architettura” era anche il titolo di un laboratorio di architettura che si è tenuto quattro estati fa a Berchidda (per iniziativa del Comune, del Dipartimento di Architettura della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Cagliari, del Formez e della Camera di Commercio di Sassari). Il tema era l’organizzazione dello spazio urbano, delle modalità con le quali si confrontano e interagiscono il festival e la sua musica con il paese, la sua vita, le sue strade, le piazze e i suoi paesaggi aperti. Ed è anche su questi elementi che il prossimo Time in Jazz svilupperà la sua edizione numero ventuno, mettendo in relazione le architetture dei luoghi con quelle sonore, ritmiche, armoniche, contrappuntistiche dei suoi tanti appuntamenti musicali.

AL VIA IL 10 AGOSTO
Si comincia domenica 10 con un appuntamento inaugurale ormai consueto: la “concertazione navale” a bordo del traghetto della Sardinia Ferries in viaggio dal porto di Livorno a quello sardo di Golfo Aranci. A imbarcarsi con la loro musica a base di ottoni saranno stavolta i Funk Off, la scatenatissima marchin’ band italiana che rilegge la tradizione di New Orleans e delle bande nostrane attraverso la lezione di George Clinton, Maceo Parker, James Brown ma anche di Frank Zappa e delle nuove tendenze hip-hop e jungle. Poco dopo lo sbarco in Sardegna, ai Funk Off spetta anche il compito di aprire la lunga serie di concerti “in terra ferma” del ventunesimo Time in Jazz: alle 18 a Monti (a una decina di chilometri da Berchidda), nella Cantina sociale del Vermentino.

Il gruppo di quindici elementi, guidato da Dario Cecchini, sarà di casa quest’estate a Berchidda: il pubblico ritroverà infatti i Funk Off tutti i giorni (intorno alle 19:45) nelle strade del paese, impegnati nelle parate musicali che precedono i concerti serali; e poi appunto sul palco di Piazza del Popolo per la festa finale che la sera di Ferragosto, con l’immancabile prologo di fuochi artificiali, accompagnerà il festival verso l’epilogo. A precederli in scaletta, il quartetto d’archi Alborada, ovvero Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola e Piero Salvatori al violoncello, impegnati a suonare sul tetto di uno degli edifici che si affacciano sulla piazza. Da qui il titolo della loro performance, “Arch’intetto”, giocosa allusione allo strumentario dell’ensemble e all’insolito “teatro” che lo ospita.

Sfogliando all’indietro il calendario, ritroviamo l’Alborada al centro del doppio concerto (alle 21:30 e alle 22:30) che completa la prima giornata di Time in Jazz, quella di domenica 10 agosto: a Olbia, nella Basilica di San Simplicio, il quartetto d’archi presenta “Ethos”, titolo (e repertorio) del suo recente disco in cui fonde, come scrive Paolo Fresu nelle sue note di copertina, “il misticismo di Arvo Pärt con il minimale di Michael Nyman, la latinità di Villa Lobos e di Federico Mompou con le geometrie di Karl Jenkins”, passando attraverso le composizioni originali scritte dagli stessi componenti del gruppo.
Gli strumenti ad arco saranno un refrain di questa edizione di Time in Jazz. Oltre all’Alborada, tre violoncellisti caratterizzano questo filone ideale del festival. L’olandese Ernst Reijseger, uno tra i più originali esponenti della musica di improvvisazione europea, in concerto all’alba di lunedì 11 (ore 5:45) sulle pendici del Monte Limbara. La mattina dopo (martedì 12, ore 11), nella chiesetta di Santa Caterina, nelle campagne di Berchidda, sarà poi il turno di Mario Brunello, concertista affermato nel campo della musica classica, ma anche sperimentatore aperto a ogni genere. Giovedì 14 (ore 11), infine, nella vicina chiesetta di San Michele, ancora un virtuoso dello strumento che ama spingersi oltre le frontiere fra le musiche: Giovanni Sollima. Summa perfetta del trittico, l’esibizione che li vedrà riuniti in apertura della serata del 12 agosto (ore 21:30), per il primo dei concerti in programma sul palco “centrale” del festival, in Piazza del Popolo, a Berchidda.

I CONCERTI SERALI IN PIAZZA DEL POPOLO
Altri suoni e atmosfere sono attesi sotto gli stessi riflettori. A partire dal set successivo (ore 23 circa): al centro della scena uno dei musicisti più innovativi del jazz degli ultimi vent’anni, il sassofonista americano Steve Coleman con i suoi Five Elements: Jonathan Finlayson alla tromba, Tim Albright al trombone, la cantante Jen Shyu, Thomas Morgan al basso e Marcus Gilmore alla batteria.
Un altro grande protagonista della scena jazzistica contemporanea, Uri Caine, è il mattatore di entrambi gli atti in programma nella serata di mercoledì 13. Nel primo (ore 21:30), lo troveremo al pianoforte accanto alla tromba e al flicorno di Paolo Fresu per rinnovare un incontro nato proprio al festival di Berchidda nel 2002 e poi maturato negli anni seguenti attraverso tanti concerti (e fissato sul disco “Things” nel 2006). Pianista e compositore eclettico, Uri Caine ama valicare i confini fra i generi e gli stili, spaziando con disinvoltura dal jazz d’avanguardia alle atmosfere elettriche, alla musica classica: sono famose le sue visionarie riletture di Bach, Schumann, Mahler, Wagner, Verdi, Mozart. Ed è proprio la sua riuscita reinterpretazione delle “Variazioni Goldberg” bachiane (consegnata anche alle tracce di un album nel 2000) quella che proporrà nel secondo atto della serata (intorno alle 23) alla testa del suo ensemble con Barbara Walker (voce), Joyce Hammann (violino), Drew Gress (contrabbasso), John Swana (tromba), Chris Speed (clarinetto), Jim Black (batteria) e DJ Olive (consolle dj).

Ancora un duo e ancora uno strumento ad arco, il violino dell’americano Mark Feldman accanto al pianoforte della svizzera (ma da una decina d’anni vive a New York) Sylvie Courvoisier, protagonisti del primo concerto serale del 14 agosto (ore 21:30). Attivo dal 1997, il sodalizio propone proprie composizioni accanto a musiche di John Zorn (come nel disco “Malphas“, registrato due anni fa).

La materia che si fa suono; la stratificazione sonora e litica; la forma; il vuoto e il pieno, l’interno e l’esterno. Parte da questi elementi primordiali “Bainzu & s’architettura nuragica”, produzione originale commissionata da Time in Jazz a Gavino Murgia, uno dei nomi di spicco della scena jazzistica e “di confine” sarda. Per dare forma al suo progetto – in programma nella seconda parte della serata del 14 (ore 23) - il polistrumentista nuorese (suona i sassofoni ma anche strumenti della tradizione sarda) ha convocato intorno a sé un organico in cui si riconoscono volti noti del jazz transalpino, come Michel Godard (tuba e serpentone) e Frank Tortiller (vibrafono e marimba), e di quello nostrano, come Luciano Biondini (fisarmonica) e Pietro Iodice (batteria), oltre al videomaker, tecnoartista e mediattivista campano Giacomo Verde, che con le sue immagini affiancherà le musiche sul palco.

L’ultima serata in Piazza del Popolo, quella del 15 agosto, è come sempre double-face a Time in Jazz. Prima che sul palco dilaghino i Funk Off per la festa finale, la scena sarà tutta per un altro alfiere del jazz contemporaneo che ha nell’eclettismo una delle sue prerogative: Don Byron. Nel corso della sua carriera, il clarinettista, sassofonista e compositore americano si è messo in luce interpretando la musica di un variegato ventaglio di artisti: da Duke Ellington a Igor Strawinsky, da Lester Young a Henry Mancini a Sly Stone, fra gli altri. Nel 2006 ha lanciato un nuovo progetto in cui rilegge la musica di un’autentica leggenda del soul, il sassofonista e cantante Junior Walker. Consegnato alle tracce del disco omonimo, “Do the boomerang” a Berchidda vedrà accanto alle ance di Don Byron (sax tenore e clarinetto), David Gilmore alla chitarra, George Colligan all'organo Hammond, Brad Jones al basso, Rudy Royston alla batteria e il cantante Dean Bowman.

GLI ALTRI CONCERTI
Come di consueto, ritroveremo alcuni dei protagonisti delle serate in piazza del Popolo anche al centro dei tanti concerti in programma nelle mattinate e nei pomeriggi nelle diverse location del festival. Ecco allora Steve Coleman in versione acustica e con un organico ridotto del suo gruppo (il trombettista Jonathan Finlayson e il trombonista Tim Albright con Thomas Morgan al contrabbasso), di scena nella chiesa di Madonna di Castro, nei pressi di Oschiri, l’11 agosto alle 18. Ecco poi Chris Speed (clarinetto) e Jim Black (batteria) “in prestito” dall’ensemble di Uri Caine per un gustoso duo nella chiesa di San Lorenzo, a Tempio Pausania, il pomeriggio successivo (il 12 agosto alle 18). E ancora Gavino Murgia (con un organico da definire) impegnato in un altro progetto ad hoc, “Megalitico”, nella chiesa di San Giovanni, a Pattada, il 15 (sempre alle 18).

Ad arricchire poi il quadro dei tanti volti di Uri Caine, due appuntamenti differenti con il pianista: il pomeriggio del 14 (ore 18), nella chiesa di Sant’Antonio Abate, a Nughedu San Nicolò, in duo con Don Byron, con cui condivide lo studio dei repertori classici della musica ebraica; e tre sere prima (l’11 agosto), un doppio concerto in solo, nella Basilica di Sant’Antioco di Bisarcio, nelle campagne di Ozieri (alle 21 e alle 22).

Altri appuntamenti avranno nel frattempo scandito il festival. Aperta dalla performance solitaria di Ernst Reijseger, la mattinata dell’11 propone ancora un evento ormai abituale di Time in Jazz: quello che va in scena fra treni e stazioni, quest’anno ha per protagonisti la cantautrice Paola Turci e il “danz’autore” Giorgio Rossi. I due hanno inaugurato il loro sodalizio artistico firmando “Cielo”, un “concerto danzato” costruito intorno a un gioco di rimandi e richiami tra la voce profonda e levigata dell’una e la danza aerea dell’altro. In coincidenza con l’arrivo del treno che parte da Berchidda alle 10.17 sulle note della Banda Musicale “Bernardo De Muro” e di altri ospiti ancora da definire, Paola Turci e Giorgio Rossi si esibiranno nella stazione ferroviaria di Olbia alle 10:51, per proseguire poi, alle 12:30, nell’aeroporto della città gallurese.

Ancora una voce, quella di un’autentica icona della canzone italiana, al centro del concerto con cui Time in Jazz, da quattro edizioni a questa parte, rende omaggio a Fabrizio De André: all’Agnata, la località vicina a Tempio Pausania che il cantautore genovese scelse come “buen retiro”, il pomeriggio del 13 agosto (ore 18) è di scena Ornella Vanoni. Ad accompagnare la cantante milanese, che lo scorso autunno ha firmato il suo album numero cinquantatré (“Una bellissima ragazza”), il pianoforte dell’argentino Natalio Mangalavite. “Una goccia di splendore” il titolo scelto per l’appuntamento: titolo preso in prestito dalla recente “autobiografia per parole e immagini” di De André, a cura di Guido Harari.

Altre voci, quelle della tradizione sarda del Cuncordu e Tenore di Orosei (Piero Pala, Massimo Roych, Gianluca Frau, Mario Siotto e Patrizio Mura) e del senegalese Mola Sylla, insieme al violoncello di Ernst Reijseger, hanno firmato la colonna sonora di due film di Werner Herzog: “The White Diamond” e “The Wild Blue Yonder”. Musiche e sequenze tratte dalle due pellicole, sono gli ingredienti di un cine-concerto, “Requiem for a dying planet”: un suo estratto, senza immagini, sarà al centro dell’esibizione in programma la mattina del 13 (ore 11) fra gli alberi e la macchia mediterranea del Demanio Forestale Monte Limbara Sud, sopra Berchidda.

Per tradizione, la mattina di Ferragosto, al Museo del Vino di Berchidda (ore 11), è dedicata alla presentazione di una novità recente nel panorama discografico sardo. Quest’anno sono due: il doppio antologico tratto dalle registrazioni di venti edizioni di Time in Jazz e il cd “Aghera”, debutto dell’omonimo quartetto isolano (pubblicato lo scorso novembre dall’etichetta Tajrà), di cui Emanuele Contis (sax), Andrea Granitzio (pianoforte), Pierluigi Manca (contrabbasso) e Andrea Ruggeri (batteria e percussioni) proporranno al termine un estratto dal vivo. Spazio anche alla presentazione di un saggio dedicato al Cuncordu e Tenore di Orosei, frutto di una ricerca sul campo di Luca Devito (pubblicato da Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri).

Mentre resta da definire il calendario del jazz club, altro momento immancabile del festival, sono due gli eventi in programma per l’ultima giornata, quella del 16 agosto. Spenti i riflettori sul palco centrale di Piazza del Popolo, in mattinata (ore 11) le attenzioni sono tutte per la Banda Musicale “Bernardo De Muro”: diretta da Antonio Meloni, nei giardini della Casa di Riposo “Maria Bambina” di Berchidda, per l’occasione ospita Paolo Fresu che proprio nei suoi ranghi mosse i primi passi del suo cammino artistico.
Poi, nel tardo pomeriggio (ore 18) si rinnova il commiato dal festival già collaudato lo scorso anno, sui pendii del Monte Acuto. Ad accompagnare stavolta l’ultimo tramonto del ventunesimo Time in Jazz, saranno il violino di Mark Feldman e il pianoforte di Sylvie Courvoisier, alle prese con un programma dedicato al grande compositore (e architetto) Iannis Xenakis.

IL PROGETTO ARTI VISIVE
Accanto alla programmazione musicale, il festival proporrà come sempre un ampio cartellone di iniziative dedicate all’arte contemporanea: performance, mostre ed eventi espositivi in luoghi e spazi differenti (spazi deputati o recuperati e prestati all’arte) raccolti sotto il marchio PAV, il Progetto Arti Visive curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu.

Il programma completo è ancora in via definizione (verrà presentato nel corso di un’apposita conferenza stampa in data da stabilirsi), ma si annunciano numerose le iniziative previste anche per questa edizione di Time in Jazz, tutte legate al tema dell’architettura: dalla consueta rassegna dedicata alla sperimentazione contemporanea nazionale e internazionale a quella di opere video, dalla mostra dedicata alla web art all’operazione Lavori in corso - con installazioni, interventi, performance e progetti “site specific” allestiti nel paese e nel territorio circostante -, mentre sarà al solito incentrata sui giovani talenti emergenti la collettiva BabelFish (al Museo del Vino).

Come d’abitudine, alcuni degli artisti che parteciperanno alle mostre saranno presenti anche sul palco di piazza del Popolo con Arte tra le note, scenografie d’artista realizzate appositamente per i concerti serali del Festival. Visitabile in permanenza, inoltre, il progetto stabile Semida, il Museo di arte ambientale con le opere di Clara Bonfiglio, Giovanni Campus, Bruno Petretto, Pinuccio Sciola e Monica Solinas, nato nello splendido scenario del Demanio Forestale del Monte Limbara in collaborazione con il Comune di Berchidda e l’Ente Foreste Sardegna.

Accanto a queste iniziative di arte visiva, altre ancora più direttamente legate al tema dell’architettura e del design verranno realizzate in collaborazione con architetti, designer, organismi ed enti nazionali ed internazionali del settore: installazioni, video e interventi urbani per esplorare le tante declinazioni di una dimensione affascinante come quella dell’architettura.

LA RASSEGNA DI FILM E DOCUMENTARI
Intorno al tema dell’architettura ruota anche la rassegna di film e documentari, curata dal regista Gianfranco Cabiddu, in programma tutti i pomeriggi – dal 12 al 15 agosto - al Nuovo Cinema di Berchidda. Fra i titoli in cartellone, il capolavoro di Fritz Lang “Metropolis” (del 1927), il celeberrimo “Koyaanisqatsi” di Godfrey Reggio (1983) con le musiche di Philip Glass, e i ritratti di due stelle dell’architettura: il recente documentario di Sidney Pollack dedicato all’amico Franck Gehry, uno dei più geniali architetti contemporanei, e quello su Louis Khan realizzato dal figlio Nathaniel venticinque anni dopo la scomparsa del padre, nel 1974.

TIME IN SASSARI
Mandata in archivio a Berchidda l’edizione 2007 del festival, Time in Jazz pianterà le tende per due giorni nella vicina Sassari. Rinnovando la formula collaudata con successo l’estate scorsa, il 17 e il 18 agosto va infatti in scena la seconda edizione di Time in Sassari. L’epicentro è nella Piazza del Palazzo Ducale: in cartellone, alcuni dei protagonisti della settimana berchiddese ma anche musicisti e progetti appositamente invitati per l’occasione. Apre la prima serata (domenica 17 agosto, ore 21:30) il gruppo formato dai migliori allievi dell’ultima edizione dei Seminari Jazz di Nuoro, raccolti sotto le insegne di No Name Yet. A seguire il duo di Mark Feldman e Sylvie Courvoisier.

Due concerti anche la sera di lunedì 18. Si comincia con “Homescape”, il progetto del chitarrista franco-vietnamita Nguyên Lê in compagnia del cantante e suonatore di oud tunisino Dhafer Youssef. Suoni acustici ed elettrici, arcaici e digitali, echi di oriente e battiti tecnologici, suggestioni mistiche e squarci metropolitani per questo collaudato lavoro, pubblicato su disco due anni fa. Grande chiusura con il “Requiem for a dying planet” del Cuncordu e Tenore di Orosei con Mola Sylla ed Ernst Reijseger, stavolta nella sua versione integrale, con la proiezione delle immagini tratte dai film di Herzog.

A Time in Sassari è atteso anche il quartetto Alborada per due diversi impegni. Il primo è in realtà ad Osilo (a una quindicina di chilometri da Sassari) nella chiesa di Babbu Eternu, il pomeriggio del 17 (ore 18). Sarà invece la Casa circondariale di San Sebastiano, a Sassari, ad ospitare l’indomani mattina (lunedì 18, alle 11:30) il concerto che vedrà accanto all’ensemble d’archi la tromba e il flicorno di Paolo Fresu.

Insieme alla musica, Time in Jazz porterà a Sassari anche un pezzetto della sua storia e del suo territorio: nei cortili del Palazzo Ducale sono infatti previste una mostra di fotografie e dei manifesti realizzati in ventuno edizioni del festival insieme all’esposizione e alla vendita dei suoi gadgets e di una selezione dei migliori prodotti dell’enogastronomia berchiddese e dell’area del Monte Acuto.

CHI SOSTIENE TIME IN JAZZ
La ventunesima edizione Time in Jazz è possibile grazie al contributo delle Istituzioni che sostengono la manifestazione – il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo), l’Assessorato allo Spettacolo e Attività Culturali e l’Assessorato al Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, l’Ente Foreste della Sardegna, il Comune di Berchidda, la Provincia di Olbia-Tempio, la Comunità Montana del Monte Acuto, le Amministrazioni Comunali di Monti, Nughedu San Nicolò, Olbia, Oschiri, Osilo, Ozieri, Pattada, Sassari e Tempio Pausania, la Fondazione Banco di Sardegna e la Fondazione Fabrizio De André – ma anche grazie alla collaborazione di un folto stuolo di enti e aziende: 3A Arborea, AutoOggi, Autoservizi Fab srl, Cantina del Giogantinu, Cantina del Vermentino di Monti, Dedicare, Distilleria Lucrezio R., Fondazione Fabrizio De André, Geasar, La Fumosa, Meridiana, Museo del Vino di Berchidda, Musical Box, Nuova Casearia srl, Pincar, Rau Dolciaria, RFI, Sardinia Ferries, Secauto, Su Senabrinu, Trenitalia, Wi-Fi.

INFO:
TIME IN JAZZ: tel. 079 70 30 07 – fax 079 70 31 49
E-mail: info@timeinjazz.it; www.timeinjazz.it

DEDIC@RE: tel. 899 656 548 (costo chiamata da rete fissa: 96 centesimi di euro al minuto + 12 centesimi di scatto alla risposta)

CONTACT CENTER BES – Best Events Sardinia: 800 881 188

(15-04-2008)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 15-04-2008 alle :