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“Il secolo dell’avvocato” Gianni Agnelli, una vita straordinaria

A Roma, presso il Complesso del Vittoriano, dall’11 al 30 gennaio 2008, è in allestimento una mostra, a cura di Marcello Sorgi, che racconta la vita di un uomo straordinario, Gianni Agnelli: industriale, avvocato e uomo


Grande industriale, capo di una delle poche famiglie imprenditoriali rimaste attive dopo due secoli di storia, grande editore, collezionista e amante d'arte, grandissimo sportivo: Gianni Agnelli (1921-2003) è stato tutto questo, ed anche per ciò è diventato l'ambasciatore all'estero di una certa Italia, colta, elegante, ma minoritaria. Soldato durante la Seconda Guerra mondiale, aveva combattuto in Russia e in Africa, e al fianco degli Americani aveva preso parte alla Liberazione. Nel 1991, dodici anni prima di morire, era stato nominato senatore a vita.
Veloce, impaziente, ironico, conversatore molto gradevole, dotato di estrema capacità di sintesi e proverbiale gusto della battuta, l'Avvocato era a suo agio con chiunque: capi di stato e operai, premier e ministri, manager e sindacalisti, che incontrava spesso e per brevi appuntamenti, con una trasparente forma di inquietudine ch'era un segno essenziale della sua personalità.

Il ragazzo
Un'infanzia dorata ma breve per il giovane Agnelli. Educazione rigorosa, con una governante inflessibile, miss Parker. Il padre, Edoardo, muore in un incidente a bordo di un idrovolante nel 1935, quando Gianni ha solo 14 anni. L'autorità del nonno Giovanni Agnelli, senatore e fondatore della Fiat, da quel momento diventa assoluta. Estati tra Villar Perosa, storica dimora di campagna piemontese in cui di tanto in tanto sono ospiti i principi di Piemonte, futuri reali d'Italia, e Forte dei Marmi, in Toscana. Arriva la guerra. E dopo la guerra, nel 1945, la morte del nonno.
Mentre la Fiat è affidata al professor Valletta, per Gianni c'è un periodo di svago, ma anche di maturazione, cui fanno da sfondo Cap Ferrat, Beaulieu, la Costa Azzurra. È un'epoca in cui all'Avvocato può capitare di alternare una visita a un Churchill vecchissimo, una vacanza con i giovani Kennedy o un incontro con Lord Baldwin, grande editore inglese. Nel '53, a Strasburgo, Gianni Agnelli sposa Marella Caracciolo di Castagneto. Nel '54 nasce Edoardo, il primo figlio. Gradualmente l'Avvocato si avvicina alle sue responsabilità al vertice della Fiat.

L’Avvocato
I trent'anni (1966-1996) alla guida della Fiat sono quelli che fanno di Agnelli uno dei maggiori industriali europei, un italiano tra i più conosciuti al mondo e insieme un modello positivo. Dice di lui Charlie Chaplin: "Ha successo e il successo rende simpatici". E Fellini "Mettigli un elmo in testa, mettilo a cavallo, ha la faccia del re". E Montanelli: "Ha un profilo da antico romano". E Sergio Romano: "Suscita negli italiani un sentimento simile a quello con cui gli inglesi considerano la Regina Elisabetta".
Viaggia molto, e di ogni Paese che visita incontra i leader. In America è di casa, da Kennedy a Clinton ha familiarità con tutti i presidenti Usa. Il re di Spagna o la regina d'Inghilterra vengono volentieri a trovarlo. Ed è sorprendente il suo rapporto con l'universo comunista e post-comunista, da Mosca alla Cina, da Kruscev, a Gorbaciov, a Eltsin, e in Italia da Togliatti e Berlinguer, fino a D'Alema e Veltroni.
Durissimo il confronto con il terrorismo e le Brigate Rosse, una stagione a cui, da presidente di Confindustria, cercherà di porre un freno, firmando l'accordo sulla scala mobile con il segretario della Cgil Luciano Lama.

Il Senatore
L'Avvocato considera la Fiat (e un po' anche sé stesso) un'istituzione. "Un Agnelli - spiega - non può stare più di due mesi all'opposizione". La nomina a senatore a vita (1991) è il riconoscimento di questo. L'Avvocato ha avuto solidi rapporti con tutti i governi, i Presidenti del Consiglio e i Capi dello Stato della storia repubblicana. In vita sua gli è toccato il fascismo, il regime democristiano, ha conosciuto Craxi, ha battezzato il primo governo post-comunista guidato da D'Alema e il secondo governo di centrodestra presieduto da Berlusconi. Al Quirinale è stato di casa con tutti gli inquilini del colle più alto, da De Nicola a Saragat, Pertini, Cossiga, Ciampi, e, fosse stato ancora vivo nel 2006, avrebbe applaudito all'elezione di Napolitano, che conosceva e stimava molto. Già a metà degli Anni Settanta Ugo La Malfa avrebbe voluto farlo nominare ambasciatore in Usa, per spiegare agli americani l'anomalia italiana di un governo che vedeva alleati democristiani e comunisti. E Scalfaro all'inizio del '95 voleva dargli l'incarico di formare un governo d'emergenza.

L’altro Avvocato
L'Avvocato e le sue passioni. Lo sport, a cominciare dal calcio, dalla Juve e dai suoi calciatori. Lo sci, praticato fuori dalle piste, facendosi calare dall'elicottero su cime sperdute e pendii innevati mai solcati prima da altri. La vela, con il divertimento di manovre spericolate a ridosso di scogliere imbiancate da vento e onde altissime.
E poi l'arte, con la gara a inseguire pittori e opere famose in giro per il mondo, per sfilarle un momento prima ad altri collezionisti, e il cinema, amato e coltivato al punto da avere in casa una sala di proiezione a dimensioni professionali.

Il funerale con gli operai
La vita straordinaria dell'Avvocato si conclude con una scena imprevedibile e a suo modo paradossale: quel funerale in cui il capo del capitalismo italiano se ne va circondato dai suoi operai, che accorrono a centinaia di migliaia sulla rampa interna dello stabilimento del Lingotto.
Vogliono salutare il "loro" Avvocato, "l'Avvocato della gente" che "aveva dato da mangiare a tanti", ed era "alla portata di tutti come una persona normale".
Con la loro tristezza, con le loro parole semplici, dicono quel che il presidente Ciampi spiegherà da vecchio amico: "Agnelli è stato un uomo che ha saputo conciliare i propri interessi con quelli del Paese".

I filmati
Il percorso della mostra è arricchito da quattro filmati storici, con immagini tratte dall’Archivio Centro Storico Fiat e da una raccolta di interviste televisive, Teche Rai, curati dal regista Tonino Farina, e da un altro filmato, curato da Marco Franzelli, dedicato alle passioni dell’"altro Avvocato": l’arte, il giornalismo, gli sports: calcio, automobilismo, vela e sci.

La mostra a cura di Marcello Sorgi, è Sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana con il Patrocinio di Ministero per i Beni e le Attività Culturali Senato della Repubblica Camera dei Deputati Comune di Roma Regione Lazio Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia Mostra.

Photogallery

(25-01-2008)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 25-01-2008 alle :