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cultura

ROSSA. Immagine e comunicazione del lavoro: 1848/2006

Videoinstallazioni, fotografie, manifesti e film per il progetto curato da Luigi Martini e realizzato da N!03 studio ennezerotre. A Napoli, Città della Scienza, Spazio Leonardo fino al 6 gennaio 2008


Il MIBAC – Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della CGIL e la Fondazione Giuseppe Di Vittorio promuovono “ROSSA Immagine e comunicazione del lavoro: 1848/2006”, a cura di Luigi Martini, dedicata all’evoluzione iconografica del lavoro e della CGIL. Una mostra storica di grande novità, che vede impiegate tecnologie multimediali e interattive all’avanguardia: il percorso cronologico si svolge attraverso l’immagine e la comunicazione prodotta dal movimento dei lavoratori, e dal sistema della comunicazione più in generale, dal 1848 al 2006.

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, in collaborazione con l’Associazione Centenario Cgil, Città della Scienza di Napoli e l’Associazione Torino Città Capitale Europea, la mostra, realizzata con il sostegno di Regione Campania, Regione Piemonte, Provincia di Napoli, Comune di Napoli e Città di Torino e con il contributo di Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Fondazione Banco di Napoli per l’assistenza all’infanzia, ha sede nella Città della Scienza di Napoli dal 26 ottobre 2008 al 6 gennaio 2008 e prosegue nei mesi successivi al Palafuksas di Torino da febbraio a maggio 2008.

L’allestimento multimediale sfrutta le potenzialità visive ed emozionali fornite oggi dalle nuove tecnologie. La narrazione invita lo spettatore ad alternare momenti spettacolari a momenti di approfondimento. Ciò che si vuole offrire è l’esperienza di un viaggio attraverso lo spazio e il tempo, una storia fatta di eventi, di lotte e di scontri ma anche di idee, di rapporti, di coesione sociale, di partecipazione, concetti facilmente rappresentabili attraverso un allestimento dinamico e tecnologico che stimola la partecipazione collettiva.

La metafora visiva che accompagna il pubblico lungo tutta la visita è l’idea di movimento che segue l’irrompere nella storia del movimento dei lavoratori, inteso come forma di aggregazione e di lotta per l’affermazione o la difesa dei propri diritti e dei propri ideali; idea che si declina nella rappresentazione delle masse che avanzano.

Il percorso si impone allo spettatore con la forza e l’irruenza delle immagini di massa. Il potere immersivo delle immagini e delle sonorità investe l’ambiente espositivo e coinvolge lo spettatore. La mostra si rivolge ad un pubblico eterogeneo e il taglio didattico e moderno la rende particolarmente adeguata al pubblico dei ragazzi delle scuole medie e superiori.

Sezioni della mostra

Le società operaie

Il percorso si apre con una videoinstallazione dedicata alle prime forme di aggregazione mutualistica, le Società Operaie di Mutuo Soccorso. Alcuni dei personaggi delle foto in proiezione avanzano idealmente verso il pubblico e rivelano frammenti di storie vissute.

Tra campagna e città
Una serie di foto presenta la condizione dei lavoratori delle diverse categorie e nelle diverse aree territoriali.

Corpo del lavoro
Documenti e immagini (manifesti, cartoline, fotografie) introducono la nascita della cooperazione, le prime Camere del Lavoro e le organizzazioni sindacali. Le immagini raccontano la rappresentazione del corpo (fisico) del lavoratore e di alcuni simboli del periodo.

Primo maggio
Riproduzioni di manifesti del 1° Maggio, dai primi del ‘900 ad oggi; fanno da cornice ad una grande videoproiezione che ripropone le immagini di uno sciopero di lavoratori nel 1918 e ad una gigantografia che ritrae l’incedere di un corteo durante i festeggiamenti del 1° Maggio 1902 a Trieste: inequivocabile il richiamo al famoso quadro di Pelizza da Volpedo, dipinto in questi anni (1901), divenuto simbolo condiviso delle lotte e del movimento dei lavoratori.

Confederazione Generale del Lavoro
Una suggestiva installazione è dedicata al primo congresso della CGDL nell’ottobre 1906: una gigantografia ritrae i partecipanti riuniti attorno ad un grande tavolo e un tavolo reale, dotato di strumenti interattivi, costituisce il prolungamento tra il congresso e i visitatori. Una videoproiezione racconta il contesto economico e produttivo di inizio secolo e una seconda racconta dell’Italia post-unitaria con il fiorire delle organizzazioni e delle lotte dei lavoratori in tutto il paese.

La lunga ombra
Gli anni del Duce e del Fascismo sono documentati attraverso vari aspetti della comunicazione legati al lavoro (discorsi di Mussolini, visite di Mussolini nelle fabbriche, alla Fiat e agli stabilimenti Mirafiori, temi dell’autarchia e dell’esaltazione della produttività, fordismo e donne al lavoro). Non mancano immagini delle grandi parate di regime e del lavoro nell’industria dove prevale la simbologia dell’uomo forte.

Lotta clandestina
Alle “spalle” del Duce, prende corpo l’installazione dedicata alla lotta clandestina. Il visitatore si immerge una stanza a cul de sac avvolta nella penombra. Lungo le pareti si aprono fessure attraverso le quali giungono suoni e si intravedono movimenti: le immagini e le voci di quattro testimoni del periodo. Dopo la svolta totalitaria del 1925-1926, molti sindacalisti ripararono all’estero. Per esempio, rifugiato a Parigi, Bruno Buozzi dà vita alla riformista Confederazione Generale del Lavoro, mentre in Italia opera nella clandestinità la Confederazione Generale del Lavoro, guidata dalla componente comunista che cerca di infiltrarsi nelle strutture sindacali fasciste e di aprire contraddizioni nel regime.

Rinascita
Usciti dalla clandestinità i visitatori sono accolti dalle immagini della Liberazione; in un suggestivo montaggio, il video racconta la liberazione delle fabbriche e delle città (in particolare a Torino e a Milano). Un allestimento evocativo ed emozionale introduce quindi il visitatore all’interno di un grande “Comizio”, modalità caratteristica della comunicazione sindacale e politica di quegli anni.
La rottura dell’unità antifascista e del sindacato fanno da spartiacque fra gli anni della lotta unitaria e antifascista e lo scontro ideologico degli anni Cinquanta. Parallelamente si affermano figure carismatiche alla guida del sindacato che riescono a concentrare attorno a sé la fiducia e l’affetto della base; emblematico è il caso di Giuseppe Di Vittorio.

Boom economico e immigrazione
Videoproiezioni diverse rappresentano i momenti di lotta degli anni Sessanta: i partecipanti agitano i cartelli di protesta, urlano slogan della contrattazione collettiva, della ritrovata unità tra CGIL, CISL e UIL (comprese le contestazioni studentesche e operaie del 1968/’69), delle lotte per la parità salariale uomo-donna, per la casa, per la riforma pensionistica e sanitaria, per la salute in fabbrica e sul territorio, per l’alfabetizzazione.

Uniti nella lotta
Una gigantesca videoproiezione, invade lo spazio e il pubblico ha l’impressione di camminare a fianco della folla di un rumoroso corteo che avanza.
Sono gli anni Settanta (Nord-Sud uniti nella lotta) ed è iniziata “la strategia della tensione”, con “le stragi di Stato”, l’eversione nera e il terrorismo rosso. Il sindacato si afferma come soggetto politico importante capace di unire attorno a se studenti e lavoratori.
Un’installazione che evoca visivamente l’idea del flusso di parole e di slogan (alcune parole scorrono passando da uno schermo all’altro, come sul nastro trasportatore della linea produttiva di uno stabilimento industriale) offre la possibilità di approfondire le tematiche cruciali.

Quadrato rosso
La crisi economica, arrivata al suo apice alla fine degli anni Settanta, porta l’inflazione a livelli allarmanti. La politica economica adotta misure che intaccano le conquiste dei lavoratori e hanno pesanti ripercussioni sulle famiglie (abolizione della scala mobile, riduzione degli assegni familiari, riforma previdenziale, innalzamento dell’età pensionabile). Si manifestano divergenze nel mondo sindacale. L’Italia non dimostra sufficiente forza nel campo dell’innovazione tecnologica ed è il settembre 1980 quando 40.000 quadri impiegati della FIAT manifestano per la prima volta la propria opposizione nei confronti del sindacato operaio, che accusano di rigidità.
Negli anni Novanta continua il processo di decentralizzazione e parcellizzazione del processo produttivo con grande perdita di posti di lavoro. Bisogna “Far quadrato”, ed emblematica del periodo è la presentazione, nel 1989, del nuovo simbolo della CGIL: un quadrato rosso.
L’economia impone flessibilità e mobilità, sparisce definitivamente il concetto di operaio massa e si comincia a parlare di lavoro interinale.

Quarto Stato
L’ultima installazione riprende visivamente il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo ma i protagonisti sono le immagini dei lavoratori di oggi. Una videoinstallazione volutamente aperta e interrogativa, uno sguardo sull’attualità che difficilmente può dare risposte e più facilmente suscitare domande.
Oggi lo scenario del lavoro è un mosaico complesso e mobilità e flessibilità sono sempre più sinonimo di precarietà. Aumentano i lavoratori con partita IVA, quelli con contratti a progetto, si diffonde il ricorso allo stage come forma di periodo di prova non retribuito. Il lavoratore deve essere in grado di riciclarsi in continuazione acquisendo sempre nuove e differenti competenze e il sindacato deve confrontarsi con questo mutato orizzonte per creare nuove modalità di lotta, di organizzazione e di azione che tuteli e riconquisti i diritti dei lavoratori.

(02-01-2008)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 02-01-2008 alle :