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cultura

Trentatré edizioni del Premio Mondello. Un traguardo importante

Quest’anno si parla de "Il Gattopardo", l’opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa,scomparso cinquant’anni fa. Ecco la storia di questo premio importante ed una carrellata dei vincitori dell’edizione 2007


La storia del Premio Mondello
Il Premio letterario internazionale Mondello nasce nel 1975 per volontà di privati operatori culturali palermitani, facenti capo a un’associazione, poi divenuta "Fondazione Premio Mondello", con il fine di istituire nella città di Palermo, e per la prima volta in Italia, un premio letterario internazionale e di svolgere manifestazioni letterarie e teatrali. L’anima del Premio era Francesco Lentini, giudice e uomo di raffinata cultura, che ha guidato il premio fino alla sua scomparsa, nel 2000.
Fin dalla sua prima edizione, il premio ha avuto una notevole eco per la scrupolosità della giuria, composta da critici letterari di tutta Europa, per i collaterali eventi di alto interesse culturale e, non per ultima, per la sua collocazione.
Nel corso degli anni, numerosi scrittori premiati hanno poi, dopo molto tempo, ricevuto il premio Nobel per la letteratura: da Josif Brodskji a V.S. Naipaul, da Günter Grass a Sheamus Heaney, da Kenzaburo Oe a Josè Saramago a J.M.Coetzee, a Doris Lessing.

Tra i primi autori a ricevere il Premio Mondello si ricordano Bartolo Cattafi, Stefano D’Arrigo e Milan Kundera
. E ancora tra gli autori stranieri: Thomas Bernhard, Christa Wolf, Bernard Malamud, Kurt Vonnegut e Friedrich Dürrenmatt, Gorge Steiner. Tra gli autori italiani premiati al Mondello: Achille Campanile, Alberto Moravia, Italo Calvino, Mario Luzi, Leonardo Sciascia, Paolo Volponi, Luigi Malerba, Andrea Zanzotto, Attilio Bertolucci, Luigi Meneghello, Alberto Arbasino, Nico Orengo, Giovanni Raboni, Andrea Camilleri e Antonio Franchini. Mentre la sezione Opera Prima ha premiato, tra gli altri, Valerio Magrelli, Daniele Del Giudice, Aldo Busi, Elisabetta Rasy, Marco Lodoli, Edoardo Albinati, Roberto Deidier, Tiziano Scarpa, Alba Donati. Per la Traduzione ricordiamo Nadia Fusini e Michele Ranchetti e per il Teatro Leo De Berardinis, Bob Wilson e Luca Ronconi. In alcuni anni la baia di Mondello, in occasione del Premio, era divenuta il luogo della letteratura internazionale, basti pensare al 1989, anno in cui al tavolo del Premio sedevano Octavio Paz, Giovanni Macchia, George Semprun, Wole Soyinka e Nortrop Frye. Al tavolo della Giuria si sono avvicendate figure come Antonio Porta, Giovanni Raboni, Giuseppe Pontiggia, Leonardo Sciascia e Vanni Scheiwiller.


I premiati di quest’anno


• Bapsi Sidhwa
è nata a Karachi, in Pakistan, ed è cresciuta a Lahore. Sposata, ha tre figli e vive attualmente negli Stati Uniti. I suoi romanzi sono stati tradotti in numerosi Paesi e hanno ottenuto ovunque prestigiosi riconoscimenti. In Italia, oltre a La spartizione del cuore, settembre 2003, Neri Pozza ha pubblicato Il talento dei Parsi, agosto 2000, La sposa pakistana, maggio 2003 e Acqua, gennaio 2007.
Acqua prende il via nel 1936 e racconta un gineceo in cui le vedove, perduta la funzione sociale di mogli e di madri e ritenute sessualmente pericolose per la moralità della comunità, sono destinate a vivere in penitenza: niente sari colorati, niente capelli lunghi, niente ornamenti, niente dolci e via dicendo. Dentro l'Ashram finisce anche la piccola Chuya, a sei anni fidanzata a un uomo anziano, a sette sposata e a otto vedova. In sottofondo la scissione tra la religiosissima India della tradizione e i moderni insegnamenti di Gandhi.

Toni (Antonella) Maraini è scrittrice, saggista, poetessa, storica dell’arte e studiosa del Maghreb. Nata in Giappone, dove fu internata da bambina con i genitori e le sorelle in un campo di concentramento (1943- 1945), dopo il ritorno in Italia ha vissuto in Sicilia sino al 1956. Tra il 1964 e il 1987 ha vissuto in Marocco dove ha insegnato all’Università di Rabat, effettuato ricerche, pubblicato tre raccolte di poesia e numerosi scritti sull’arte. Sulle tradizioni popolari del Marocco ha appena pubblicato I Sogni di Atlante (Edizioni Poiesis 2007). In Italia, ha pubblicato libri di narrativa e poesia, saggi e testi critici su rivista e in volume. Dal 1991 al 2006 ha diretto il Fondo Moravia, curandone i ‘Quaderni’. Per la raccolta Poema d’Oriente ha vinto il Premio Inedito Donna-Città di Roma nel 1987 e il Premio Sabaudia nel 2001. Ne La lettera da Benares una lettera mai spedita, ritrovata nelle carte postume, fornisce alla figlia Toni il materiale e l’occasione per un carteggio immaginario eppure vero col padre, e in questo dialogare si fonda il filo conduttore del libro. Un ripercorrere vite contemporanee e parallele, unite da eventi concreti, da memorie e ricordi; e, sul piedistallo di quella lettera, altre lettere tra figlia e padre, con documenti e testimonianze inedite, emergono dall’archivio di famiglia e dalle loro esperienze, separate ma comuni, che essi andavano correndo.

Mario Fortunato è direttore della Fondazione Antonio Ratti e critico letterario del settimanale L'Espresso". Ha diretto l'Istituto Italiano di Cultura a Londra, si è occupato di cinema, di teatro e di televisione per la BBC. Tra i suoi libri ricordiamo: Luoghi naturali (di prossima ristampa nei Tascabili Bompiani), Il primo cielo, Immigrato (insieme a Salah Methnani, ora nei Tascabili Bompiani), Sangue, L'arte di perdere peso, Amore, romanzi e altre scoperte e L'amore rimane.
I giorni innocenti della guerra si svolge alla vigilia del Secondo conflitto mondiale. La vita di un gruppo di ragazzi e ragazze si trova nel pieno di quella che presto diverrà una guerra senza scampo, una guerra civile. Fra loro c'è Stefano Portelli, avvocato di belle speranze con la testa gonfia di utopie, innamorato di Eleonora. E c'è la cognata Nina, che "diviene adulta in un momento", legata in segreto a Sergio, capo partigiano quasi adolescente la cui "luce giovanile può mettere persino paura". Altre esistenze corrono parallele: quella di Alastair Ormiston, pilota inglese della RAF, che adora i libri di Virginia Woolf e sogna il compagno ideale. E quella di Edna, l'amica del cuore che, in una Londra bombardata dai nazisti, scopre se stessa e la felicità. Se queste vite si incroceranno in maniera imprevista, rimescolando le carte della grande Storia, sarà per opera di un destino che le supera, bruciandole in un falò dove tutto si consuma - gioia e dolore insieme.

Andrea Di Consoli è nato a Zurigo nel 1976 da genitori lucani. Attualmente vive a Roma, dove lavora ai programmi radiotelevisivi della RAI. Collabora inoltre a “l’Unità”, a “La Sicilia” e a varie riviste. Ha pubblicato il saggio Le due Napoli di Domenico Rea (Unicopli 2002), la raccolta di poesie Discoteca (Palomar 2003) e i racconti di Lagonegro (L’ancora del Mediterraneo 2005).
Ne Il padre degli animali un uomo – il Padre – torna nella sua terra, una Lucania mitica, dopo lunghi anni di emigrazione, perché “per quanto abbia costruito la Svizzera non è mai diventato svizzero”. Attorrno a lui fioriscono le illusioni di cambiamento, quando pare che nel sottosuolo si nasconda il petrolio; ma gli scavi non portano la ricchezza sperata, anzi inquinano e rendono sterile la terra, e il Figlio vede il Padre, che si sente sempre più vecchio e malato, chiudersi nella solitudine, mantenendo un contatto solo con gli animali che alleva e uccide: perché solo gli animali conoscono il senso dell’esistenza e sono vicini al cuore di Dio.

Silvia Bre è nata a Bergamo e vive a Roma. Nel 1990 ha pubblicato la raccolta di poesie I riposi per l'editore Rotundo. Nel 2001 ha pubblicato presso l'editore Einaudi la raccolta di poesie Le barricate misteriose. Nel 2000 ha pubblicato presso Mondadori la sua traduzione del Canzoniere di Louis Labé. Alcune sue poesie sono apparse su "Tam Tam" "Prato pagano", "Nuovi Argomenti", "Poesia" e "La clessidra".
Sotto il Marmo del titolo, che evoca la tranquilla staticità del definitivo, la nuova raccolta di Silvia Bre è tutta dominata da movimenti vertiginosi: verso il cielo, le stelle, il remotamente lontano o anche solo l'alto a cui tendono “i ciuffi di basilico, gli sguardi/i quattro girasoli e il pensare”; e poi, con repentini cambi di direzione, impennate verso la terra, il sottoterra, l'abissale (“un po' più sotto è dove stanno i morti/a scalciare in eterno oltre la vita”). La realtà di chi vive sembra scorrere lungo i continui tragitti verticali tra queste dimensioni estreme, nei salti ciechi tra il corporeo e l'immaginario, nell'aspirazione paziente e disperata a una conciliazione che può venire solo dalla voce che la canta e dall'ascolto spietato del “suono che tiene unito l'universo”.

Paolo Fallai è nato a Velletri nel 1959. Giornalista del Corriere della Sera, dopo molti anni passati all’Agenzia Ansa, ha scritto fino ad oggi soprattutto per bambini: due romanzi, un libretto d’opera, un manualetto di giornalismo.
Freni narra la storia di Giorgio Soter . Giornalista, vittima di un grave incidente stradale, si risveglia in ospedale senza ricordare nulla del fatto. Con gli occhi bendati, una gamba e un braccio immobilizzati, Soter cerca di riprendere faticosamente contatto con la realtà che intuisce oltre le proprie ferite. Ma non riesce a parlare. E se il suo corpo lentamente riprende il controllo delle funzioni vitali, la sua mente fatica a mettere ordine tra incubi e ricordi, tra le immagini della vita professionale e la routine di un quotidiano cinismo. È così che poco a poco ritornano a galla tante vicende irrisolte e poco chiare: i problemi coniugali, lo strano rapporto con i genitori e, soprattutto, le inchieste gionalistiche scabrose e pericolose che stava affrontando prima dell’incidente su peculazioni edilizie e corruzione politica. Il silenzio di Giorgio Soter è una disfatta. Proprio mentre la guarigione gli restituisce il corpo, una malattia più profonda lo inchioda al deserto affettivo: con la donna che dice di amare, Chiara, che lo tiene, finché può, legato alla realtà. Con gli anziani genitori, perfino con il terapeuta che cerca di far esplodere il grumo di angoscia. Il ritorno a casa, dopo la lunga degenza ospedaliera, non farà che rendere ancora più affilata e dolorosa l’incapacità del protagonista di riprendersi una vita che non può ricominciare là dove si era interrotta.

Piotr Salwa è nato nel 1950 a Czestochowa (Polonia), è Professore ordinario di Letteratura italiana all’Università di Varsavia. Ha insegnato come visiting professor in Germania, Olanda, Danimarca e USA. Autore di saggi e libri sulla novellistica italiana (Narrazione, persuasione, ideologia. Una lettura del ‘Novelliere’ di Giovanni Sercambi lucchese, Pacini Fazzi, Lucca 1991, La narrativa tardogotica toscana, Firenze, Cadmo, 2004), traduttore (U. Eco, Lector in fabula, A. Crombie, Stile del pensiero scientifico nell’Europa moderna), curatore e editore (Petrarca e l’unità della cultura europea, Warszawa, Semper, 2005), autore e curatore di una Storia della letteratura italiana in polacco (Warszawa, Semper, 1997, seconda edizione).
Drobne wiersze wloskie è la prima edizione polacca moderna dell’intero Canzoniere del Petrarca. E’ composta di due parti: la prima contiene le traduzioni poetiche in polacco delle rime petrarchesche (ha quindi un carattere unitario, perchè presenta l’intero Canzoniere, e al tempo stesso antologico, perchè contiene lavori di vari traduttori, ‘classici’ e moderni), la seconda invece contiene le traduzioni filologiche delle poesie petrarchesche nonché un adattamento per il pubblico polacco dell’apparato critico che accompagna l’edizione italiana apparsa nei Meridiani a cura di Marco Santagata. Il libro contiene anche un saggio introduttivo, un calendario della vita di Petrarca, i chiarimenti relativi al metrum e alle forme poetiche.

Claus Peymann, regista di fama internazionale, inizia la carriera nel 1966 come direttore artistico del Theater am Turm di Francoforte dove presenta in prima assoluta opere teatrali di Peter Handke. Dal 1974 al 1979 è direttore artistico del Württembergisches Staatstheater Stuttgart e dal 1986 al 1999 è direttore artistico del Burgtheater di Vienna, per cui mette in scena Heldenplatz di Thomas Bernhard, Riccardo III di Shakespeare, Guglielmo Tell di Schiller e pièces di Elfriede Jelinek e Peter Handke. Dal 1999 è direttore artistico del Berliner Ensemble, la storica compagnia fondata da Bertold Brecht. Le sue principali regie sono: Faust I / Faust II, Ifigenia in Tauride e Torquato Tasso di Goethe, Racconto d’inverno di Shakespeare, numerose prime di opere teatrali di Thomas Bernhard tra cui Der Deutsche Mittagstisch. E inoltre: Nathan der Weise di Lessin, Santa Giovanna dei Macelli e Madre Coraggio e i suoi figli di Brecht, Untertagblues di Peter Handke, e, più recentemente, La pulzella d'Orléans di Friedrich Schiller.
Proprio secondo le indicazioni di Schiller, Peymann lavora da sempre per un teatro che sia anche “istituzione morale” e che coniughi esigenze estetiche e progetto politico. Nel corso della sua carriera è stato spesso in conflitto con il conservatorismo delle istituzioni, tanto che nel 1979 il governo sospese, a Stoccarda, un suo lavoro per i riferimenti a Gudrun Ensslin, terrorista della RAF morta in carcere due anni prima, in strane circostanze. Ispirandosi a quei fatti, Margarethe von Trotta girerà due anni più tardi Anni di piombo. Memorabile la sua messinscena, sul "sacro" palcoscenico del Burgtheater, di Heldenplatz, l’ultimo lavoro di Bernhard che suscitò le ire dei circoli conservatori verso regista e autore, "colpevoli" entrambi "di sminuire la reputazione dell'Austria" e che ben presto, nonostante l’ostilità e una campagna di censura e di demonizzazione senza precedenti, si trasformò in un trionfo.

Elena Dmitrieva (Mosca,1941) si è laureata in lettere nel 1963 presso l’Universita “Lomonosov” di Mosca. Traduttrice in russo dal tedesco e dall’italiano, è membro dell’Unione scrittori di Mosca. Ha tradotto in russo Se questo è un uomo (Tekst, Mosca 2000), La tregua (Tekst, Mosca, 2002) e Il sistema periodico (di prossima uscita presso la stessa casa editrice) di Primo Levi, di cui attualmente sta traducendo I sommersi e i salvati.
La sua traduzione di Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è stata pubblicata nel 2006 dalla Casa editrice Inostranka di Mosca.
Tra gli autori italiani da lei tradotti Giovanni Maria Cecchi, Alberto Moravia, Tommaso Landolfi, Luigi Malerba, Мario Rigoni Stern, Аchille Campanile, Goffredo Parise, Leonardo Sciascia, Giuseppe Bonaviri, Tonino Guerra, Giuseppe D’Agata.

Jean-Paul Manganaro è ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università Charles de Gaulle di Lille 3. È autore di due libri sul teatro, Douze mois à Naples (Rêves d’un masque) e di una raccolta su Carmelo Bene, pubblicati dalle edizioni di Dramaturgie; di due saggi, uno dedicato a C.E. Gadda, L’ingénieur et le baroque. Essai sur l’écriture de C.E. Gadda e un altro a Calvino, I. Calvino, Romancier et conteur, pubblicati dal Seuil. Ha tradotto circa 130 romanzi di autori italiani, tra cui Gadda, Calvino, Consolo, Del Giudice, Calasso, Mari, e molti autori di teatro tra cui Pirandello, Testori, Tarantino, Scimone. Il Seuil pubblicherà nel 2008 un suo saggio su Fellini, Federico Fellini. Romance. Tra i vari riconoscimenti per la sua attività di traduttore, ha ricevuto nel 1994 il premio SIAE per la traduzione teatrale, nel 2003 il Premio Nazionale della Repubblica italiana per l’insieme dell’opera e il premio Consécration Halpérine-Kaminsky nel 2005. La traduzione de Il Gattopardo ha già ricevuto in Francia il premio “Laure Bataillon”. È stato insignito del Cavalierato des Arts et des Lettres nel 2001 e della Commendatura dell’Ordine della Stella della Solidarietà italiana nel 2007.

Giulia Maria Mozzoni Crespi. Nel 1975, dopo aver lasciato la gestione editoriale del Corriere della Sera, costituisce il FAI-Fondo per l'Ambiente Italiano, ispirandosi al National Trust inglese, con l’intento di contribuire alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale italiano. Diffusosi su tutto il territorio nazionale, il FAI ha promosso innumerevoli interventi di tutela, acquisizioni, collaborazioni con importanti istituzioni internazionali, ma soprattutto ha contribuito a far nascere in Italia una diversa coscienza nei confronti dell’arte e della natura. Attualmente il FAI conduce 39 beni di cui 32 in proprietà e 7 in comodato dallo Stato.
Dal 1965 ha svolto una lunga attività anche in Italia Nostra come Consigliere Nazionale, come pure nella Sezione di Milano, nella quale ha condotto per 15 anni il Settore Educazione Ambiente. Da 30 anni conduce con suo figlio un'azienda agricola nella Pianura Padana dove si pratica il metodo dell'Agricoltura Biodinamica, nel quale è abolito l'uso di pesticidi, diserbanti e concimi chimici di sintesi e collabora con l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica per promuovere questa pratica agricola.
Nella sua lunga esperienza ha ricevuto numerosi riconoscimenti in tutta Italia, tra cui, l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine “al merito della Repubblica Italiana” per il notevole impegno civile, sociale e culturale dal Presidente Ciampi, e dall’Università di Bologna la Laurea honoris causa in Storia dell’Arte.

Andrea Ceccherini (Firenze, 1974) ha iniziato il suo impegno civile sin da giovanissimo prima fondando “Giovani in Politica” nel 1993 (associazione che si occupava di riavvicinare i giovani alla politica) trasformata poi in “Movimento Progetto Città” nel 1995 (associazione che si occupa della formazione della futura classe dirigente ed in particolare di stimolare l’impegno dei giovani ad una partecipazione sempre più attiva nella società) di cui è tuttora Presidente. Progetto Città negli anni ha ospitato leader politici nazionali, grandi imprenditori e autorevoli rappresentanti del mondo della comunicazione, conquistando l’attenzione dell’opinione pubblica; la formazione di una nuova classe dirigente è diventata l’attività principale del movimento e la sua trasversalità ha consentito di proporre una filosofia di formazione attraverso il confronto fra le diverse opinioni.
Nel giugno 2000 fonda insieme a Cesare Romiti (allora presidente di Rcs - Corriere della Sera) e Andrea Riffeser Monti (Vice Presidente ed Ad della Poligrafici Editoriale) l’Osservatorio Permanente Giovani – Editori del quale diventa ed è a tutt’oggi Presidente. Nel 2002 si aggiunge in qualità di socio anche Il Sole 24 Ore.
L’Osservatorio Permanente Giovani - Editori è un'organizzazione con una solida e ambiziosa missione: contribuire a fare dei giovani di oggi i cittadini di domani. Cittadini informati, consapevoli, responsabili, liberi. Con questo spirito è nato il progetto "Il Quotidiano in Classe", nato per avvicinare i giovani alla lettura critica, una volta alla settimana, di più quotidiani a confronto. All’iniziativa partecipano 15 testate nazionali e locali (Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Stampa, Gazzetta del Sud, Gazzetta di Parma, Il Tempo, Il Gazzettino, l’Adige, L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi), 20 fondazioni di origine bancaria, 1.549.167 studenti delle scuole secondarie superiori italiane e 38.256 insegnanti.
Nell’estate 2002 Andrea Ceccherini è stato invitato dal Dipartimento di Stato americano negli USA per un viaggio di studi incentrato sulla costruzione di relazioni internazionali nei campi dell’editoria e della politica.
Dal 2004 al 2006 e stato componente del CdA di Rcs Broadcast. Nel marzo 2005 è stato ricevuto assieme ad una delegazione dell’Osservatorio Permanente Giovani - Editori composta da direttori, editori, amministratori di gruppi editoriali e presidenti di fondazioni bancarie dal Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi.
Dall'11 Settembre 2006 siede nel CdA di Monrif Group Spa, carica che ricopre tutt'oggi.




(21-11-2007)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 21-11-2007 alle :