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Orvieto e le Città Slow

Cittaslow è un’Associazione internazionale collegata a Slow Food fondata ad Orvieto nell'ottobre 1999, con l’impegno di promuovere, fra i cittadini, una migliore qualità della vita ed una particolare attenzione alla cultura dell'alimentazione e del


Viviamo in un'epoca in cui con semplice gesto della mano è possibile scaricare dalla Grande Rete telematica saperi, informazioni, conoscenze. L'economia, d'altro canto, tende a globalizzarsi e a fondere e livellare culture, socialità, aspirazioni. Carlo Petrini, Slow Food e il progetto Terra Madre insegnano che è possibile mettere al centro le piccole comunità e utilizzare positivamente la Rete facendo rete, scambiandosi esperienze, cultura materiale, buone pratiche, progetti sul buon vivere.
Ecco il terreno da cui nasce Cittaslow, Associazione internazionale collegata a Slow Food fondata ad Orvieto nell'ottobre 1999. Il filo conduttore del movimento è l'identità, l'anima delle comunità abitanti, che si confrontano con la realtà di oggi senza usurarsi a favore del "globale", ma utilizzando al meglio la mondializzazione "buona" che ci deriva dai nuovi potenti mezzi di comunicazione e dall'alta tecnologia.
La sede centrale della Rete internazionale di Cittaslow è ospitata a Orvieto presso il Palazzo del Gusto, nel quattrocentesco Convento di San Giovanni. Ad essa fanno capo le diverse reti nazionali che attualmente sono presenti in Australia, Austria. Danimarca, Germania, Gran Bretagna, Italia, Norvegia, Nuova Zelanda, Polonia, Portogallo, Spagna. Prossime reti in Belgio, Corea del Sud, Francia, Giappone e Svizzera.

Cos'è Città Slow
L’associazione “CittàSlow” (http://www.cittaslow.net)
è costituita da un gruppo di comuni impegnati a promuovere, fra i cittadini, una migliore qualità della vita ed una particolare attenzione alla cultura dell'alimentazione e del buon vivere. Il fenomeno della globalizzazione, fondamentale per lo scambio e la diffusione di commerci e culture, tende ad appiattire le differenze e a nascondere le caratteristiche peculiari delle singole realtà, proponendo modelli mediani che non appartengono a nessuno e generano, inevitabilmente, mediocrità.
La filosofia slow, che si basa sul desiderio di ritornare a vivere secondo ritmi più lenti riscoprendo e puntando sulla qualità della vita, ha ben presto conquistato prima l'Europa, poi altri continenti. E’ nata così una rete internazionale delle Città Slow, piccoli centri che decidono insieme di condurre esperienze comuni, a partire da un codice condiviso di comportamenti concreti e verificabili, allargando l’attenzione dalla buona tavola alla qualità dell’accoglienza, dei servizi, del tessuto urbano.

I Comuni che aderiscono a questa iniziativa sono:
- animati da individui “curiosi del tempo ritrovato”, dove le persone sono ancora protagoniste del lento, benefico succedersi delle stagioni;
- rispettosi della salute dei cittadini, della genuinità dei prodotti e della buona cucina;
- ricchi di affascinanti tradizioni artigiane, di preziose opere d’arte, di piazze, di teatri, di botteghe, di caffè, di ristoranti, luoghi dello spirito e paesaggi incontaminati;
- caratterizzati della spontaneità dei riti religiosi, dal rispetto delle tradizioni, dalla gioia di un lento e quieto vivere.

(27-09-2007)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 27-09-2007 alle :