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cultura

Riscoperte letterarie, torna il “Libro delli volgari proverbi”

Dopo cinque secoli, torna il “Libro delli volgari proverbi” di Cinzio de' Fabrizi. Di nuovo in libreria un testo “maledetto”, opera di valore. La casa editrice: “Un’operazione culturale di libertà, che prescinde dalle immediate logiche di


Il Libro della origine delli volgari proverbii che tuto il giono si ragionano di Aloyse Cinthio de gli Fabritii, un disconosciuto medico intellettuale veneziano, fu stampato originariamente nel 1526; censurato dall'inquisizione nel 1559, da allora non è mai stato riproposto. Oggi, per la prima volta dopo secoli di oblio, Spirali rende ancora disponibile l'opera in una importante veste editoriale, arricchita da contenuti supplementari.
“Una proposta contro ogni forma di integralismo istituzionale”, dichiarano dalla casa editrice.
Testo ambizioso per dimensioni e contenuti, il volume raccoglie 45 “proverbi” di uso comune che nelle intenzioni vogliono essere illustrati per origine e significato ma che diventano pretesti per la narrazione satirica dell'autore, senza impedimenti moralistici di sorta.
Ne deriva un'opera densa di voli poetici, ma dal voluto accento lussurioso, scritta in italiano volgare latineggiante con influenze venete, in cui si riversa tutta la cultura cinquecentesca; un testo che si può collocare in quel filone artistico rinascimentale dedito al culto del fantastico e del grottesco. Dal genio cinziano nasce una costruzione letteraria mastodontica (circa 41 mila versi endecasillabi) dalla straordinaria ricchezza e musicalità. Spesso introdotti da eruditi riferimenti mitologici, in ognuno dei canti agiscono indimenticabili maschere fortemente caratterizzate sullo sfondo delle città italiane. Ovunque ferve un’umanità astuta che non si dà mai per vinta.
E se protagonisti e bersagli preferiti delle storie sono i “disfrenati” e gli “aggabbadei”, che dovrebbero portare il messaggio cristiano ed invece ne fanno scempio (qui rappresentati come artefici delle azioni più scellerate e oscene), si capisce come mai Volgari proverbi divenne presto un libro “maledetto”, vittima del pregiudizio secolare e dell'oscurantismo accademico.

I Proverbi furono destinati ad un cursus honorum accidentato, costellato di episodi di indifferenza se non proprio di aperta contrarietà. A partire dai primi avversari contemporanei che per ripicca attaccarono i contenuti licenziosi e si appellarono alle autorità della Serenissima, per proseguire con gli inquisitori che inclusero il volume nell'Indice dei libri proibiti, per finire con i critici successivi - anche l'insospettabile Croce - che tacciarono l'opera di scarsa rilevanza letteraria e morale (ma l'Imbriani, per esempio, ritenne il poema di eccezionale valore, “stupendo e ciclopico”).

Di dodici copie appena di quella prima -e fino ad oggi unica- edizione sopravvissero alla distruzione.
Il curatore di questa nuova edizione, Francesco Saba Sardi, ricostruisce in prefazione la contrastata esistenza di Cinzio (1466 circa - 1530), inserendola nel contesto politico, sociale e letterario in cui egli compose il libro della sua vita; riferimenti evidenti rimangono prima di tutto il Dante della Divina Commedia ed ilBoccaccio del Decamerone.

La stampa italiana sta salutando con simpatia la pubblicazione del volume, talvolta sottolineandone gli aspetti curiosi (“Il Sole 24 Ore”), talvolta la qualità coraggiosa e meritoria dell'operazione culturale (“Il Velino”). Al lettore, ora, non resta che farsene finalmente un'idea in proprio.

(12-07-2007)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 12-07-2007 alle :