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cultura

“Nel sogno abitato. Storie dipinte per Dino Campana”

“Com’è piccolo il mondo e leggero nelle tue mani!” scriveva Dino Campana. In occasione del 65° anniversario della scomparsa del poeta, Antonio Possenti gli dedica una mostra. In allestimento a Firenze fino 29 luglio 2007


All’opera e alla vita di Dino Campana, in occasione del settantacinquesimo anniversario della scomparsa del poeta (nato a Marradi nel 1885 e morto nel manicomio di Castelpulci nel 1932), Antonio Possenti dedica la mostra che apre i battenti giovedì 28 giugno nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio.
Curata da Giovanni Faccenda, Nel sogno abitato. Storie dipinte per Dino Campana, è promossa dal Comune di Firenze, Assessorato alla Cultura e organizzata dallo studio di architettura Alessandro Luzzi Workshop.

L’incontro con poeti e scrittori è quasi un punto destinale per il pittore lucchese, come dimostrano alcune sue mostre: da “Arthur Rimbaud. Occasioni e suggestioni”, Sala delle Reali Poste, Firenze 1999, a “Lo zoo dell'anima. Gli Animali nella poesia di Giovanni Pascoli”, nella foresteria di Casa Pascoli a Castelvecchio Pascoli nel 2005, a “Bestie. Antonio Possenti”, “Federico Tozzi. Sessantanove dipinti per sessantanove racconti”, Magazzini del Sale, Siena, 2006.

In questa esposizione, l’artista compie un vero e proprio viaggio creativo intorno al mondo poetico e biografico di Dino Campana: le quarantacinque opere in mostra testimoniano la perfetta e riuscita traduzione di quel linguaggio in una lingua, se possibile, ancora più lirica, visionaria, realistica e fantastica al tempo stesso.
Possenti si è immedesimato – lui stesso parla di “transfert” – nelle passioni letterarie e amorose, nei viaggi, nei miti, nelle violente critiche al sistema culturale, nella vena di follia che ha attraversato tutta la breve vita del poeta, traducendole in opere pittoriche piene di spunti narrativi autonomi, intuizioni sorprendenti, riferimenti chiari ma che conservano intatto l’enigma.

“Mi sono nutrito, e continuo a farlo, di letteratura – dice Antonio Possentisono stato, soprattutto in passato, un lettore tanto accanito quanto disordinato, non avendo avuto argomenti di particolare preferenza. Il libro, del resto, mi ha dato modo di esercitare una tendenza istintiva: l’abbandono alla fantasia. Campana in questo è stato uno dei miei numi tutelari”.

La rivisitazione iconografica, che Possenti conduce intorno alla leggendaria parabola esistenziale di Campana, tocca gli episodi più significativi: l’adolescenza inquieta a Marradi segnata dal rapporto morboso con la madre; le prime fughe verso Milano, Genova, il Canton Ticino, la Francia, e la partenza tanto sognata per il Nuovo Mondo, l’Argentina, Buenos Aires e la Pampa; la Firenze ostile che lo tiene a distanza dai suoi cenacoli culturali; Soffici e Papini che smarriscono l’unica copia del manoscritto Il più lungo giorno, e lui – come leggenda vuole – che lo riscrive in poco tempo, e anche meglio, fino a pubblicarlo a proprie spese con il nuovo titolo, Canti orfici; la tormentata e passionale relazione con Sibilla Aleramo; il lungo pellegrinaggio verso la Verna; l‘internamento nei vari manicomi fino alla reclusione definitiva in quello di Castelpulci.

I temi s’intrecciano – sonno e veglia, la notte e il viaggio, il bestiario - tanto da scoprire più d’una analogia biografica, culturale e sentimentale tra Campana e Possenti. I miti campaniani diventano, per l’artista lucchese, pretesti di racconto, di pittura, di vere e proprie escursioni fantastiche: rivivono, così, le città portuali, le enormi prostitute, la schiava adolescente che ha fatto palpitare più d’una generazione. E l’estrema deriva del manicomio.
La varietà dei temi, la fantasia che li alimenta, il riflesso analitico che li accompagna hanno in sè una caratteristica originale: il diletto e la meraviglia del loro autore. Un diletto riconducibile, come scrive Giovanni Faccenda, piuttosto al gesto creativo, perché la gioia e l’aria felice che qualcuno ha osservato nel lavoro di Possenti, se esiste, è solo in superficie, ed ingannevole è, in questo senso, la vocazione all’uso colore. Scendendo in profondità prende forma e sostanza semmai una fiaba triste, densa di riflessioni che riguardano anche il nostro quotidiano, distillato, attraverso suggestive citazioni che subito ci riportano alla storia di Campana.
Una storia straordinaria che Possenti è riuscito a raccontare con il suo personalissimo alfabeto di colori, secondo uno schema che, negli ultimi anni, ha accolto al suo interno sfumature divisioniste, tali da impreziosire un impianto cromatico che già si distingueva per le sue effervescenze. Resta, comunque, la singolare costruzione specifica di ogni parte del dipinto, la nascita e la maturità di figure, oggetti ed animali, che prendono improvvisamente corpo dalla prima stesura, e poi si inseriscono, come teatranti guidati dal loro regista, in un canovaccio di natura atipica.

La mostra nasce in relazione al Premio Letterario “Dino Campana” che si terrà ad ottobre 2007 a Marradi. Sarà accompagnata da catalogo, edito da Vallecchi, con testi del curatore Giovanni Faccenda, di Umberto Cecchi, di Sergio Zavoli, del Vicesindaco di Firenze Giuseppe Matulli, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Firenze Giovanni Gozzini e dell’architetto Alessandro Luzzi.

L’esposizione è infine accompagnata da una colonna sonora. Nel sogno abitato. Storie dipinte di Dino Campana è stata l’ispirazione del nuovo lavoro del duo acustico Secondamarea, che hanno messo in musica alcune poesie di Campana e composto brani ispirati alla sua vita e alla sua opera; ne è nato un album che contiene 16 tracce, dal titolo Chimera - Concerto per Dino Campana, che sarà diffuso in Sala d’Arme per tutta la durata della mostra.

Chi è Antonio Possenti
È nato e risiede a Lucca. Avviato agli studi classici, ha scoperto assai precocemente le qualità espressive del disegno, assecondando un'inclinazione al racconto favoloso che in seguito ha mantenuto, anche quando l'osservazione della "commedia umana" induceva ad umori più caustici.
Dopo il diploma di maturità, si è laureato a Pisa in Giurisprudenza; alla professione di avvocato, tuttavia, si è dedicato solo per breve tempo; più lunga, invece, la sua attività come docente di materie giuridiche.
Al disegno satirico ha dedicato un lungo impegno, succedendo a Mino Maccari sulle pagine del giornale "Il Mondo". Autodidatta, giunto alla pittura dal disegno e dall'illustrazione, vi si e' rivolto stabilmente dal 1960.
Fondamentali sono stati gli incontri con Chagall, a Vence, intorno al 1958. Le altre occasioni formative sono state ideali ed elettive, frutto delle curiosità intellettuali e della cultura letteraria e artistica che aveva respirato sin da bambino nella famiglia (il padre era preside di Liceo, la madre insegnante; il grande grecista Augusto Mancini era suo nonno), spaziando dalla classicità greco-romana all'epoca moderna e contemporanea, con una predilezione particolare per le esperienze di più vivace e coinvolgente taglio fantastico. Tra i poli della realtà quotidiana e della dilatazione immaginativa, Possenti si e' mosso con un senso di civile comprensione e fervore inventivo, definendo in breve un mondo poetico e un linguaggio originali e aperti che hanno suscitato sino dagli esordi un diffuso interesse nella critica.
Sono state sempre più frequenti e qualificate le presenze in rassegne nazionali e internazionali e le esposizioni personali. Ha ricevuto riconoscimenti prestigiosi ed e' presente in importanti collezioni pubbliche italiane e straniere.
Nel '72 è stato segnalato per il catalogo Bolaffi da Dino Buzzati e nell'82 da Pier Carlo Santini. Ha vinto molti premi, alcuni fra i più importanti a livello nazionale ed internazionale.
Ha viaggiato molto e ha conosciuto personaggi e culture, ma ritorna sempre a Lucca dove vive e ha lo studio nel cuore della città, un luogo magico che raccoglie come in un'immensa valigia le testimonianze delle sue "escursioni" nel mondo, come facevano gli antichi mercanti lucchesi che furono argomento della sua tesi di laurea, negli anni eroici giovanili.
Tra le mostre internazionali più recenti si ricordano quelle di Londra, Barcellona, Parigi; in Italia meritano di essere segnalate le rassegne al Palazzo Ducale di Massa (1999), alla Sala delle Reali Poste della Galleria degli Uffizi di Firenze (2000), a Castel dell’Ovo, Napoli (2002) e le due grandi rassegne al Palazzo Pubblico Magazzini del Sale di Siena, rispettivamente, nel 2001 e nella primavera di quest’anno.

Sono nato a Lucca nella prima metà del XX secolo. Faccio il pittore da circa cinquant’anni e in Lucca ho il mio studio nella Piazza dell’Anfiteatro.
La letteratura è stata da sempre fondamentale elemento per la mia formazione culturale e per favorire il versante fantastico della mia pittura. Nel tempo ho tenuto diverse mostre con questa fonte di ispirazione. Ho vagato nei mondi di Esopo, Lucrezio, d’Annunzio, Rimbaud, Pascoli, Tozzi. Ora Campana con grande emozione.
Per capire e quindi poter dire una parola che abbia senso su Campana, occorre intraprendere accanto a lui il viaggio misterioso nella sua vita – poesia.
Non si può rifiutare l’amarezza di essere derisi, incompresi, compatiti. Occorre calzare scarpe strette o camminare con la gamba finta di Rimbaud: i piedi doloranti la sera dopo il cammino faticoso. Ma il cielo viola della notte? Quale consolante dolcezza nella luce delle stelle. Bisogna abbandonarsi nella passione totale di un amore disperante e disperato per una qualsiasi insostituibile Rina Faccio, in arte Sibilla Aleramo.
Ci si deve adeguare agli alti muri di un manicomio: far trascorrere quattordici anni di giorni inerti.
All’improvviso saremmo presi per mano dalla morte misericordiosa a Castel Pulci, il primo marzo 1932.

Antonio Possenti

Nel sogno abitato. Storie dipinte per Dino Campana rimarrà aperta fino al 29 luglio con il seguente orario: dalle ore 10 alle ore 19, ingresso libero ( info: tel. 055 2639765).

(29-06-2007)




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Pubblicato in S.Mariano - Perugia - Italia - Ultimo aggiornamento: 29-06-2007 alle :